"altman racconta altman" e` la storia di uno dei grandissimi registi americani, il frutto delle sue conversazioni informali con david thompson. altman, nato a kansas city nel 1925 e scomparso nel 2006 a los angeles poco dopo l`oscar alla carriera, e` stato per lo piu` restio a offrire un resoconto completo della propria lunga carriera, ma in questo libro si abbandona piacevolmente a un dialogo che ne ripercorre l`intero percorso artistico. partendo dagli esordi, come factotum in uno studio cinematografico, narra dei primi documentari, dell`esperienza in televisione, dei film fatti come regista e poi come produttore, racconta con entusiasmo della vita sul set che e` il suo vero elemento, di come nascono i film e della genesi delle loro idee da intuizioni improvvise, della sua liberta` dai copioni nelle riprese, dell`importanza per lui dell`indipendenza nella creazione e nella produzione, della passione per il suo mestiere. un mestiere dove contano l`atto del fare e il divertimento, e che lui stesso sintetizza cosi`: "per me girare un film equivale a fare castelli di sabbia". genio ribelle, provocatorio, trasgressivo, ma che ha goduto del rispetto e dell`ammirazione di tutti, ha legato il suo nome a opere inimitabili e indimenticabili, che hanno il sapore della genuinita` artigianale e insieme il tocco dell`arte, come l`esilarante "m.a.s.h.", il corale "nashville", lo sconcertante "quintet", il dissacrante "america oggi", fino agli ultimi "gosford park" e "radio america".
il luogo che ospita i libri diventa, in questa antologia di racconti, scenario del crimine. delitti che si consumano tra la polvere dei libri e i banchi di vendita di librerie antiquarie. un gruppo di sette narratori statunitensi, il piu` noto dei quali e` ellery queen, fa della biblioteca e delle librerie gli scenari misteriosi di furti e delitti. assistiamo cosi` al furto di un libro antico, alle peripezie di una bibliotecaria detective e alla prima indagine di un lettore in erba che di certo fara` strada.
dove affonda le sue radici l`italia di oggi? guido crainz cerca le risposte a questa e a altre domande non in vizi plurisecolari del paese ma nella storia concreta della repubblica, muovendo dall`eredita` del fascismo, dalla nascita della "repubblica dei partiti" e dagli anni della guerra fredda. l`analisi si sofferma soprattutto sulla "grande trasformazione" che ha inizio negli anni del "miracolo" e prosegue poi nei decenni successivi: con la sua forza dirompente, con le sue contraddizioni profonde, con le tensioni che innesca. in assenza di un governo reale di quella trasformazione, e nel fallimento dei progetti che tentavano di dare ad essa orientamento e regole, si delinea una "mutazione antropologica" destinata a durare. essa non e` scalfita dalle controtendenze pur presenti - di cui il `68 e` fragile e contraddittoria espressione - e prende nuovo vigore negli anni ottanta, dopo il tunnel degli anni di piombo e il primo annuncio di una degenerazione profonda. "mutazione antropologica" e crisi del "palazzo" - per dirla con pier paolo pasolini vengono cosi` a fondersi: in questo quadro esplode la crisi radicale dei primi anni novanta, di cui il tumultuoso affermarsi della lega e l`esplosione di tangentopoli sono solo un sintomo. inizio` in quella fase un radicale interrogarsi sulle origini e la natura della crisi, presto interrotto dalle speranze in una salvifica "seconda repubblica": speranze destinate a lasciare presto un retrogusto amaro.
siamo in un`innominata citta` inglese, ai cui margini vive una comunita` pachistana. kaukab vive da quarant`anni in inghilterra, non parla la lingua e cerca di non avere contatti con i bianchi. donna semplice e ignorante, di stretta fede musulmana, lacerata tra le regole morali delle proprie origini e la realta` che la circonda, kaukab rispecchia i conflitti che agitano l`intera comunita`. shamas, suo marito, e` invece una sorta di libero pensatore, convinto che le due culture debbano e possano integrarsi. suo malgrado s`innamora di soraya, una giovane appena giunta dal pakistan: un amore tragico, che lo rendera` per sempre infelice. un tentativo di descrivere il conflitto che nasce dalla precarieta` dei sentimenti e dall`urto delle culture.