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una delle prime figure di letterato professionista e interprete autorevole dell`establishment culturale del suo tempo, samuel johnson (1709-1784) - o il "dottor johnson" secondo il piu` noto appellativo - lega la sua fama al primo dizionario della lingua inglese (1747-55) e a eccellenti e innovative opere critiche, tra le quali le vite dei poeti (1779-81) e una famosa edizione dei drammi di shakespeare che costituisce una delle prime moderne valutazioni della grandezza del drammaturgo inglese. oltre a rasselas e alla tragedia irene, scrisse un viaggio alle isole occidentali della scozia e pubblico` moltissimi saggi su "the rambler" e "the idler".

tutto ha inizio con un inatteso dono di natale. un librone rilegato in similpelle blu navy con intarsi dorati, piu` simile a una bibbia da motel che a un romanzo. il volume in questione e` dalla parte di swann, il primo tomo di alla ricerca del tempo perduto nell`edizione dei "meridiani" mondadori. marcel proust, dunque. un nome che risulta sconosciuto al beneficiario non meno che all`autore del regalo, entrambi all`ultimo anno di liceo. sebbene abbia gia` avuto modo di mettere in carniere letture di un certo calibro, il giovane appassionato di storie non puo` immaginare che stavolta sara` tutto diverso. man mano che si avventura nel folto intricato di quelle pagine, scandite da periodi che indugiano su se stessi incuranti della pazienza del lettore, concatenati in una sintassi apparentemente involuta che sembra non dover condurre da nessuna parte, l`immediatezza di lettura, l`entusiasmo spontaneo lasciano spazio a una perplessita` incredula. ci vorra` del tempo perche` quella perplessita` riveli la sua natura: fascinazione. di quelle destinate a cambiare il corso dell`esistenza. da qui prende le mosse l`incantesimo proust. come se la sua prosa non potesse entrare nella tua vita che di soppiatto. a distanza di tanti anni, ora che il tempo ha cristallizzato quelle prime impressioni, alessandro piperno si volge, per la prima volta in modo cosi` intimo, alle ragioni di quell`incontro felice. proust non e` soltanto l`autore a cui ha consacrato buona parte della sua vita intellettuale. che lo ha ispirato, come nessun altro scrittore ha saputo fare. da un certo momento in poi e` diventato fatalmente la misura per leggere gli autori amati, montaigne, woolf, nabokov, roth. persino ce`line, il piu` accanito nemico della recherche. attraverso "brevi divagazioni di marca plutarchiana, questo libro offre un approccio arbitrario e vecchio stampo che forse, se preso nel giusto verso, potra` giovare sia alla comprensione di proust che a quella dei maestri che ho voluto affiancargl

lo studio della storia della scienza dimostra che l`applicazione delle norme inventate dagli epistemologi avrebbe inibito e reso impossibile lo sviluppo scientifico: l`esempio di galileo e della sua lotta a favore del copernicanesimo dimostra che in tale fase cruciale della storia della scienza hanno avuto un`importanza determinante qualita` non certo genuinamente scientifiche, come la fantasia, l`astuzia, la retorica e la propaganda, e che la scienza non avrebbe potuto progredire se in varie circostanze la ragione non fosse stata ridotta al silenzio. in polemica con popper e lakatos, per feyerabend il progresso intellettuale richiede che inventiva e creativita` non vengano inibite ma possano svilupparsi e manifestarsi senza freni. prefazione di giulio giorello

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