tre monoteismi, tre universalismi: ebraismo, cristianesimo e islam condividono il medesimo presupposto, ossia ciascuno di essi si dichiara l`unica religione universale. ma a quali condizioni la religione di un popolo puo` aspirare a essere la religione di tutti i popoli? scopo del libro non e` pero` ripercorrere storicamente la difficile convivenza dei tre universalismi, ma cercarne le ragioni scritturali nei rispettivi testi di fondazione.
avvalendosi di fonti archivistiche ancora in gran parte inedite e della vasta produzione pubblicistica giovanile, l`autore evidenzia la connessione esistente tra lo sforzo organizzativo e pedagogico dispiegato dal partito fascista per realizzare l`obiettivo di creare una generazione interamente allevata nel clima littorio e il manifestarsi di un orientamento politico integralista tra la gioventu` intellettuale. attraverso i littoriali, i corsi di preparazione politica, la stampa universitaria, le sezioni cinematografiche e teatrali dei guf, il partito non soltanto formo` una leva di intellettuali integralmente fascista, ma seleziono` e inseri` nelle strutture del regime una classe dirigente determinata ad attuare il programma del fascismo.
che cos`e` la matematica? a cosa serve? come s`impara? come va insegnata? e un`attivita` solitaria o di gruppo? come ragiona una mente matematica? quali sono le frontiere della ricerca? per rispondere a queste domande lan stewart concepisce delle lettere indirizzate a meg, giovane matematica di cui segue il percorso di studio dalle scuole superiori fino all`affidamento di un incarico universitario. il contenuto di queste lettere spazia dalle decisioni riguardanti la carriera fino all`attivita` dei matematici professionisti e alla natura della loro disciplina. "il mio lettore di riferimento", dichiara stewart, "e` soprattutto il giovane matematico, o i suoi genitori, parenti e amici, ma il libro dovrebbe interessare tutti coloro che, indipendentemente dalla loro ambizione, desiderano sapere cosa significa diventare - ed essere un matematico".
"la porta stretta". di li` dovra` passare, secondo il vangelo di luca, chi voglia accedere al regno dei cieli. un varco intransitabile, se non si e` disposti a impegnare ogni forza in una lotta pericolosa e dall`esito mai scontato: "molti cercheranno di entrare, ma non vi riusciranno". l`immagine evangelica e` perfetta anche per raffigurare un passaggio universale della condizione umana, la fuoriuscita dalla minorita`. dolore, coraggio, decisione, necessita` e conflitto contrassegnano nel pensiero occidentale l`impresa di diventare maggiorenni. tuttavia, una volta intrapreso, il processo di emancipazione non si esaurira` nella compiutezza di uno stato finalmente raggiunto. adulti si ridiventa sempre di nuovo. di questo carattere processuale, agonistico e decisorio umberto curi rintraccia le massime espressioni filosofiche, religiose e letterarie - da platone a dostoevskij, dalla bibbia a shakespeare - e le lascia libere di testimoniare cio` che rimaneva inascoltato nelle loro esegesi abituali. cosi` il congedo dalla sudditanza, oltre che nell`appello di kant all`indocilita` ragionata poi irrisa da hegel, si vedra` declinato in posture "filiali" antitetiche, combattenti o inermi: nel parricidio consumato dell`edipo re sofocleo, in quello metaforico del sofista platonico o in quello depotenziato di amleto, ma anche, sorprendentemente, nell`obbedienza di abramo, che sta eretto di fronte al signore, o del cristo, che si lascia abitare dalla volonta` del padre...