
Wendy Waldman, Cindy Bullens e Deborah Holland assieme in una nuova band. Un trio di talento che, coi propri nomi, ha pubblicato almeno 19 albums. Un suono prettamente cantautorale, tra folk e rock, con contaminazioni roots.

C'era attesa per questo primo lavoro da solista del cantante e leader dei My Morning Jacket. James ( che qui usa il suo vero nome e non lo pseudonimo con la Y ), propone un disco soft, interiore, che trae ispirazione da un libro, molto noto in Usa, Gods Man di Lynn Ward. Jim suona tutti gli strumenti, a parte gli archi, ed il disco è stato registrato a Louisville, Kentucky.

Robert Ellis, texano purosangue, ha già diversi dischi al suo attivo, tra i quali citiamo l'omonimo Robert Ellis e The Lights From Chemical Plant. Questa volta però ha voluto fare le cose in modo differente. Ha scritto ed interpretato una serie di canzoni, basandole sul suono del piano e della sua band. Un disco ricco di ritmo, inventiva, melodie forti, sonorità decise. Ellis passa dal rock al rock and roll, dal country a svisate blues, il tutto nel più puro spirito texano. Rock and roll is here to stay.

Nuovo tributo ai Rolling Stones, ma primo omaggio fatto alle pietre rotolanti da una serie di musicisti country & americana. Ed il risultato è intrigante, con alcune versioni veramente belle e solo una sotto la media. Sentire i brani di Jagger e Richards venati di country fa piacere, quando le versioni sono all’altezza della fama delle canzoni. Questo vale per Satisfaction (Ashley McBryde), You Can’t Always Get What You Want ( Lainey Wilson ), Angie ( Steve Earle), Dead Flowers ( Maren Morris ), Wild Horses ( Little Big Town ), Honky Tonk Women ( Brooks & Dunn ). Riletture elettriche con chitarre, ma anche steel guitar e piano in grande spolvero. Ed alcune, ci ripetiamo, sono veramente belle. La meno riuscita è quella di Eric Chuch ( Gimme Shelter)

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