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2 CD al prezzo di uno. Compay catturato in concerto: nel primo CD nei clubs, nel secondo nei teatri. Un documento di gioa e vita da parte di uno dei grandi della musica cubana.

tra il 1978 e il 1990, mentre in unione sovietica il potere si scopriva fragile e una certa visione del mondo si avviava al tramonto, andrej cikatilo, marito e padre di famiglia, comunista convinto e lavoratore, mutilava e uccideva nei modi piu` orrendi almeno cinquantasei persone. le sue vittime bambini e ragazzi di entrambi i sessi, ma anche donne - avevano tutte una caratteristica comune: vivevano ai margini della societa` o non si sapevano adattare alle sue regole. erano insomma simboli del fallimento dell`idea comunista, sintomi dell`imminente crollo del socialismo reale. questo libro, sospeso tra romanzo e biografia, narra la storia di uno dei piu` feroci assassini del novecento attraverso la visionaria, a tratti metafisica ricostruzione della confessione che egli rese in seguito all`arresto. e fa di piu`. osa raccontare l`orrore e il fallimento in prima persona: cikatilo, infatti, in questo libro dice "io". e lui stesso a farci entrare nella propria vita e nella propria testa, a svelarci le sue pulsioni piu` segrete, le sue umiliazioni e ossessioni. "il giardino delle mosche" e` un libro lirico e crudele allo stesso tempo: la storia di un`anima sbagliata, una meditazione sul potere e la sconfitta e, soprattutto, una discesa impietosa fino alle radici del male.

il volume si apre con un capitolo che inserisce la vita e l`attivita` di galileo nel quadro della situazione storica del suo tempo, in particolare nel clima politico e intellettuale del granducato di toscana e in quello di padova dove fu chiamato a insegnare, e infine nel contesto piu` generale della scienza europea all`alba del seicento. un secondo capitolo tratta il problema della religione di galileo, concludendo che erano in realta` gli avversari della teoria eliocentrica e di galileo i veri miscredenti e che nella lotta galileiana per la verita` scientifica non c`erano risvolti di controversie religiose. con il terzo e il quarto capitolo spini affronta la questione del processo, sottolineando l`importanza delle gerarchie ecclesiastiche e di urbano viii.

in un mattino simile a tanti altri g.h., donna sicura della propria identita` e delle proprie scelte, si scontra con un fatto, un evento infimo e mostruoso, che avra` sulla sua vita un effetto fortemente traumatico. in un lungo, minuzioso monologo g.h. riferisce il suo viaggio, allucinato, all`interno di una stanza: "creero` cio` che mi e` accaduto. solamente perche` vivere non e` narrabile. vivere non e` vivibile". solo attraverso la totale perdita dell`identita`, nello spaesamento, nel disorientamento, g.h. comprende che il vivere e` "cosa sovrannaturale", che "essere io," scrisse alfredo giuliani in occasione della prima edizione italiana, "non e` una peculiarita` umana perche` proviene da una fonte anteriore e assai piu` grande, da una materia infinitamente piu` ricca e sconosciuta". una estenuata interrogazione sul senso di vivere e la ricerca continua della faccia nascosta della realta`.

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