vivian lamarque ha la felicita` naturale del dono che fa volare la parola facendola arrivare velocissima al lettore. come dimostra questa raccolta completa delle sue poesie, che presenta un consistente gruppo di inediti che viene qui a collocarsi dopo i suoi libri gia` noti (da "teresino" fino a "una quieta polvere"), libri che furono accolti dai consensi autorevoli, fra i molti, di giovanni raboni, vittorio sereni, giovanni giudici.
l`opera maggiore di pound, cui lavoro` dal 1919 fino alla morte, sono i "cantos", che videro la luce in pubblicazioni che ne raccoglievano di volta in volta una serie. di questo "flusso magmatico" fanno parte "fatalmente", come scrive giovanni raboni nella sua prefazione, anche i "canti pisani". approdato nell`italia fascista di cui condivideva gli ideali, ezra pound, dopo la liberazione, venne incarcerato nel campo di concentramento di coltano, presso pisa. qui compose appunto i "canti pisani", i quali, rispetto ai "cantos", conservano, scrive sempre raboni, "non solo una propria inconfondibile identita`, ma anche - cosa, dal nostro punto di vista, ancora piu` degna d`attenzione - una propria specifica e diversa grandezza... una sorta di immediata e irrecusabile evidenza fisica".
fra le leggende del cinema spicca quella del "tocco di lubitsch": l`impronta, il sigillo che faceva si` che qualsiasi storia, toccata dalla mano di lubitsch diventasse qualcosa di unico. ma chi era lubitsch? questa testimonianza su di lui, pubblicata nel 1981 sul new yorker, mai raccolta in un volume fino ad ora, appare pertanto preziosa e si potra` notare che "il tocco di lubitsch" si e` trasmesso, per uno strano processo di osmosi, anche all`amico e collaboratore samson raphaelson. con una nota di enrico ghezzi.