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personaggi senza identita`, senza nessuna adesione al mondo in cui vivono, con una percezione distorta e allucinata che li induce a compiere gesti aberranti. delitti poco esemplari, come quello del ragazzo che uccide i professori piu` amati per salvarli dalla crudelta` dei compagni, o quello della moglie che uccide il marito per farlo smettere di russare. i gesti estremi vengono compiuti senza alcuna estetizzazione, solo con estraneita`, con la consapevolezza, o forse l`intuizione che le menzogne non possono essere perdonate, che le soluzioni arrivano e arriveranno sempre tardi. vite alla deriva che cercano ostinatamente di tornare a casa, di rivedere in faccia il proprio passato. schegge narrative che raccontano un mondo mostruosamente duro, di fronte al quale domina il senso di estraneita` e di smarrimento.

fra apocalittici ed euforici, carlo formenti, giornalista del "corriere della sera" e saggista, affronta il dibattito sulla net economy e sulle sue contraddittorie ripercussioni sul piano sociale e culturale. figlia del "comunismo delle idee" di ricercatori, hacker e scienziati, del proliferare delle comunita` virtuali, dell`esplosione di nuove forme di socialita` provocata da internet, la net economy oscilla fra la rinascita di forme economiche fondate sulla cooperazione solidale e sul libero scambio di informazioni e il tentativo di trasformare in merce i beni relazionali scarsi, come socialita` e fiducia.

nel romanzo, pubblicato nel 1988, l`autore racconta i suoi vent`anni in uno slancio di affettuosa ironia: tutto cio` che allora poteva sembrare grave e solenne a un giovane appena uscito dall`esperienza partigiana, e immerso in un clima di attese e di promesse, di novita` pubbliche e private, assume oggi caratteri di vivida o tenera comicita`. l`italia, l`immediato dopoguerra, le bizzarre speranze, gli avvenimenti rapidi, gli entusiasmi, le avventure. gli amici, le moto, le ragazze, le idee, la scoperta della cultura europea: un`epoca breve, intensa e irripetibile.

in una sonnolenta cittadina del profondo sud degli stati uniti l`avvocato atticus finch e` incaricato della difesa d`ufficio di un afroamericano accusato di aver stuprato una ragazza bianca. riuscira` a dimostrarne l`innocenza, ma l`uomo sara` ugualmente condannato a morte. questo, in poche righe, l`episodio centrale di un romanzo che da quando e` stato pubblicato, oltre cinquant`anni fa, non ha piu` smesso di appassionare non soltanto i lettori degli stati uniti, ma quelli di tutti i paesi del mondo dove e` stato tradotto. non si esagera dicendo che non c`e` americano che non l`abbia letto da bambino o da adolescente e che non l`abbia consigliato a figli e nipoti. eppure non e` un libro per ragazzi, ma un affresco colorito e divertente della vita nel sud ai tempi delle grandi piantagioni di cotone, dei braccianti neri che le coltivavano, delle cuoche di colore che allevavano i figli dei discendenti delle grandi famiglie dell`ottocento, della white trash, i "bianchi poveri" abbrutiti e alcolizzati; e anche, purtroppo, delle sentenze sommarie di giurie razziste e degli ultimi linciaggi americani della storia. quale il segreto della forza di questo libro? la sua voce narrante, che e` quella della piccola scout, la figlia di atticus, una huckleberry finn in salopette (dire "in gonnella" sarebbe inesatto, perche` scout e` una maschiaccia impertinente e odia vestirsi da donna) che, ora sola ora in compagnia del fratello maggiore e del loro amico piu` caro (ispirato all`autrice dal suo amico d`infanzia truman capote), ci racconta la storia di maycomb, alabama, della propria famiglia, delle pettegole signore della buona societa` che vorrebbero farla diventare una di loro, di bianchi e neri per lei tutti uguali, e della vana battaglia paterna per salvare la vita di un innocente.

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