
interprete acuto e veritiero, ironico e pungente, del secondo novecento, e degli anni della dolce vita in particolare, ennio flaiano e` noto al grande pubblico soprattutto per i suoi fulminei e memorabili aforismi. in questo libro gino ruozzi traccia un ritratto a tutto tondo dello scrittore abruzzese prendendo in esame l`intera sua attivita`, dalla narrativa alla poesia, dal giornalismo al cinema e al teatro.

non a tutti e` concesso di sapere in anticipo il giorno della propria morte. lucio battistini, quarantenne ex pallanuotista con moglie e due figli piccoli, invece lo conosce esattamente. anzi, la data l`ha fissata proprio lui, quando ha ricevuto la visita di un ospite inatteso e indesiderato, un cancro al fegato che ha soprannominato, per sdrammatizzare, "l`amico fritz". cento giorni di vita prima del traguardo finale. cento giorni per lasciare un bel ricordo ai propri figli, giocare con gli amici e, soprattutto, riconquistare il cuore della moglie, ferito da un tradimento inaspettato. cento giorni per scoprire che la vita e` buffa e ti sorprende sempre. cento giorni nei quali lucio decide di impegnarsi nella cosa piu` difficile di tutte: essere felice. perche`, come scriveva nicolas de chamfort, "la piu` perduta delle giornate e` quella in cui non si e` riso".

"se si segue lo spirito di blake nelle varie fasi del suo sviluppo poetico e` impossibile considerarlo un naif, un selvaggio, il selvaggio prediletto degli ipercolti. svaporata la stranezza, la sua peculiarita` si dimostra quella di tutta la grande poesia: qualcosa che si trova (non sempre) in omero, in eschilo, in dante e in villon, e profondo e nascosto nell`opera di shakespeare; e anche, sotto forma diversa, in montaigne e in spinoza. si tratta, semplicemente, di una peculiare onesta`, un`onesta` che, in un mondo troppo timoroso di essere onesto, risulta particolarmente terrificante. e un`onesta` contro cui cospira tutto il mondo, perche` e` sgradevole. la poesia di blake ha la sgradevolezza della grande poesia. niente che si possa dire morboso o anormale o perverso, niente di tutto cio` che testimonia la malattia di un`epoca o una moda, ha queste qualita`; la possiedono solo quelle cose che, dopo uno straordinario travaglio di semplificazione, rivelano l`essenziale debolezza o la forza essenziale dell`animo umano." (thomas stearns eliot)

2 LP. All The Eye Can See, sedicesimo album di Joe Henry, è uno dei suoi dischi più riusciti.Cantautore, musicista raffinato, produttore, Joe ha fatto un disco che scende nel profondo, struggente e coinvolgente, con una serie di musicisti di indubbio spessore al suo servizio. Da Jay Bellerose a Bill Frisell. Marc Ribot. John Smith, Levon Henry, figlio di Joe, Madison Cunningham, Milk Carton Kids etc All The Eye Can See è un disco bello e profondo, costruito sulla voce del protagonista, con una strumentazione molto espressiva che ne detta le basi.