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il protagonista, il soggetto narrante di questo particolarissimo monologo o poemetto in versi, e` come pervaso da un`ossessione: quella del confronto con la realta` esterna degli umani, con la pluralita` totale di cio` che non e` il suo io, e che lo turba, lo mette in relazione con cio` che definisce "la mia infinita mancanza". vorrebbe infatti compiutamente appartenere a questo immenso "voi" che gli sta di fronte, vorrebbe esserne parte, anche perche` sa bene che nel profondo di se stesso, dove piu` viva e vera e` la sua natura, a sua volta appartiene al destino di questa moltitudine da cui - come ognuno quando dice "io" - si sente inevitabilmente diviso. "voi" e` dunque la cronaca minuziosa di un`avventura intellettuale, una cronaca fedele e un po` stranita che progredisce lentamente per frammenti su se stessa realizzando un affascinante continuum, una sorta di poemetto al tempo stesso coerente e disarticolato, nel quale il tradizionale io lirico subisce un contraccolpo, o viene colto da vertigine, da senso della propria colpevole insufficienza e angoscia del vuoto.

condotta su vari temi, questa raccolta parte da un dialogo con la madre scomparsa e si conclude con la cronaca di un breve viaggio per mare, dove l`autore riflette su una sorta di strana coincidenza tra la teoria astrofisica dei buchi neri e il racconto "una discesa nel maelstrom" di edgar allan poe. nelle parti centrali, meditazioni liriche sugli affetti e sull`amore, sul riaffiorare di immagini dalla memoria, sulla presenza viva eppure mutata degli oggetti nel nostro tempo.

l` ha avuto un ruolo importante nella promozione della poesia in italia tra il 1971 e il 1993, anno dell`uscita dell`ultimo numero della prima serie, curata da marco forti con la collaborazione di giuseppe pontiggia. sull`almanacco furono pubblicati poeti allora esordienti: franco loi, maurizio cucchi, milo de angelis, tra gli altri. la nuova serie introduce varie novita`: ai testi di autori italiani e stranieri si affiancano recensioni dei libri usciti nel corso del 2004, saggi, interviste, un autoritratto poetico, reportage di poeti da paesi lontani.

questo libro fortemente organico, che segna la piena, raggiunta maturita` di un poeta, si impone per l`identita` forte della sua struttura e per le articolazioni di una narrazione lirica condotta attorno all`emblematica figura di un protagonista, volutamente anche troppo umano, pur cangiante nel suo apparire, e proposto con il nome di caino. un nome che rivela la forte nostalgia di un paradiso perduto, nell`apparizione dei che segnano il nostro essere nel mondo, dunque nella storia e nei luoghi, nelle diverse generazioni e civilta` e nella memoria. alessandro rivali compie in questi suoi versi un viaggio apertissimo e inquieto, e ne da` un resoconto d`impronta lirica, ma che spesso si avvicina, anche per i toni, a un vero e proprio disegno epico. eccoci allora, per non citare che qualche episodio, dai sumeri e gilgamesh ai congelati del don nel `42, con esempi di violenza e guerra, ma non di meno con il manifestarsi delle opere di grandi artisti come leonardo bistolfi, arturo martini, marc chagall o miro, ma anche di ezra pound, orrendamente ingabbiato nel `45, eppure capace di splendidi versi dei "cantos". tra i molti luoghi in cui il viaggio poetico si svolge, domina peraltro genova, citta` natale dell`autore, con il popolo di morti del cimitero di staglieno. ma il dolore non esclude affatto l`amore, la ricerca di un volto paterno totale, il riparo della tenerezza, cosi` come l`aprirsi in momenti nei quali si manifesta improvviso un realismo dai vivi contorni marcati. alessandro rivali realizza una poesia nella quale si impone la potenza delle immagini guidate dal pensiero, nella continuita` di una insolita e densissima energia espressiva, che nelle terzine del testo finale, dedicato al commovente monumento funebre di margherita di brabante di giovanni pisano, trova un sensibilissimo, delicato compimento esemplare.

due anni prima della sua scomparsa, valentino zeichen ha raccolto in questo volume la sua produzione poetica a partire dai versi composti nei primi anni sessanta fino all`ultimo libro, casa di rieducazione (2011), e ad alcuni testi fino ad allora inediti. figura di primo piano della sua generazione, zeichen fa coesistere il vivacissimo estro di un`intelligenza capace di indimenticabili invenzioni con il disincanto di un`amarezza lucidamente controllata. la sua e` una poesia vistosamente antilirica, che privilegia il movimento narrativo, l`andamento prosastico, l`approccio saggistico, il gioco che spesso raggiunge risultati genialmente esilaranti. tutto questo anche nell`affrontare grandi argomenti storici, come la seconda guerra mondiale, o il tema amoroso, o il legame indissolubile con una grande capitale, roma, che e` la sua citta` di adozione. tra esercizio caustico della ragione e frequente sconfinare nell`assurdo, tra nobile gestualita` ironica o autoironica e sottostante malinconia, valentino zeichen e` venuto componendo un`opera spregiudicata e solitaria, mirabilmente solida e concreta, pur nel funambolismo del suo tratto svagato e nella grazia noncurante e lieve del suo porsi.

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