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il volume raccoglie 19 racconti e un poemetto in versi. cinque sono apparsi nella piccola raccolta "i colpi dei sensi" (fahrenheit 451, roma 1993). in questa sequenza di racconti esiste un motivo conduttore: l`insistenza degli affetti e della memoria, l`ossessione di una felicita` che trova condivisioni e coerenze e che prova di volta in volta a chiamarsi amore, comunismo, giustizia. infatti, "due non e` il doppio ma il contrario di uno, della sua solitudine. due e` alleanza, filo doppio che non e` spezzato".

"le storie per l`infanzia devono essere scritte con parole molto semplici, perche` i bambini sono ancora piccoli, e quindi conoscono poche parole e non amano usare quelle complicate. magari sapessi scrivere storie cosi`, ma non sono mai stato capace di imparare, e mi dispiace. e poi, bisogna saper scegliere le parole, occorre un certo non so che` per raccontare, una maniera molto diretta e molto chiara, una pazienza infinita. e a me manca quanto meno la pazienza, cosa di cui chiedo scusa. se avessi tutte queste qualita`, potrei raccontare, nei particolari, una storia bellissima che un giorno ho inventato..." (jose` saramago) eta` di lettura: da 5 anni.

crisi delle ideologie, crisi dei partiti, individualismo sfrenato... questo e` l`ambiente - ben noto - in cui ci muoviamo: una societa` liquida, dove non sempre e` facile trovare una stella polare (anche se e` facile trovare tante stelle e stellette). di questa societa` troviamo qui i volti piu` familiari: le maschere della politica, le ossessioni mediatiche di visibilita` che tutti (o quasi) sembriamo condividere, la vita simbiotica coi nostri telefonini, la mala educazione. e naturalmente molto altro, che umberto eco ha raccontato regolarmente nelle sue bustine di minerva. e una societa`, la societa` liquida, in cui il non senso sembra talora prendere il sopravvento sulla razionalita`, con irripetibili effetti comici certo, ma con conseguenze non propriamente rassicuranti. confusione, sconnessione, profluvi di parole, spesso troppo tangenti ai luoghi comuni. "pape sata`n, pape sata`n aleppe", diceva dante nell`inferno (vii, 1), tra meraviglia, dolore, ira, minaccia, e forse ironia.

Nuovo album come solista per il batterista dei Grateful Dead. Mickey Hart, come è suo costume nei suoi lavori da solista, mischia rock e jazz, musica d'ambiente, world music, influenze orientaleggianti, percussioni di vario genere. Il tutto va a formare un cocktail di suoni estremamente personale, decisamente fuori da ogni collocazione. Cosa che accade puntualmente con questo disco, solo che questa volta il risultato è decisamente più gradevole, più ascoltabile. Vuoi per i musicisti coinvolti, vuoi per le canzoni stesse. Tra i musicisti che appaiono nell'album, abbiamo Zakir Hussain, Jerry Garcia ( una delle sue ultime sedute di registrazione ), Steve Kimock, Oteil Burbridge, Charles LLoyd, Jason Hahn ( String Cheese Incident ), Babatunde Olantunji ed altri.

il testo si avvicina al tono di una conversazione fra amici che si trasmettono segreti di "alta e bassa cucina". segreti che possono riguardare l`insalata come anche certi piatti esotici e inauditi. non c`e` bisogno di citare le`vi-strauss per far riconoscere che la cucina e` un prezioso elemento della civilta`, dalle innumerevoli ramificazioni. la cucina prosegue nei luoghi, nelle maniere, nell`immaginazione e ci si potra` persino spingere ad affermare che la cucina e` un sapere occulto che serve insieme al piacere e alla sopravvivenza.

un`estate torrida in una vecchia casa in toscana. qui tristano vive la sua lunga agonia: una cancrena gli divora la gamba, i dolori sono lancinanti e la malattia si estende a tutto il corpo. lo assiste la vecchia frau, la stessa che da bambino gli raccontava fiabe e poesie in tedesco, affinche` imparasse la lingua. in uno stato allucinatorio, tristano vecchio e incattivito, racconta di se` ad uno scrittore perche` sia testimone della sua agonia e dei ricordi di una vita. fantasmi di donne amate si sovrappongono nel delirio e poi la guerra, combattuta in grecia, la scelta della liberta` e della resistenza. alla fine della vita tutto appare uguale a se stesso, un incubo che tutto sovrasta e tutto circonda.

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