



sin dalla piu` remota antichita` i passaggi d`epoca sono stati considerati chiusure e aperture di cicli, in obbedienza a una concezione del tempo quale sostanza non uniforme e neppure lineare, come invece l`eta` moderna si e` abituata a pensarlo. ma anche per i moderni il tempo rimane un`entita` oscura, scandita da soglie che suscitano attese esaltanti e crudeli incubi: anzitutto i millenni. ed e` proprio uno di tali momenti che stiamo ora vivendo, in coincidenza con quella che, secondo l`antica concezione astrologica fondata sulla precessione degli equinozi, e` la transizione dall`eta` dei pesci all`eta` dell`acquario, i cui caratteri possiamo solo presagire.


pubblicato nel 1728 all`interno del terzo volume di miscellanee di jonathan swift e alexander pope, il peri` bathous, o l`arte di toccare il fondo in poesia e` una divertita esplorazione dei bassifondi del parnaso, una velenosa spigolatura di assurdita` estetiche, un prontuario di sovversione poetica ad uso delle teste di legno erudite - il tutto addobbato nelle contegnose vesti della trattatistica classica sul sublime. questa spietata disamina delle cause e delle manifestazioni del cattivo gusto in poesia nasce come esercizio collettivo dello scriblerus club, il circolo informale di letterati e politici tory che, a partire dal 1714, furono di fatto proscritti dall`attivita` pubblica sotto l`incontrastata supremazia whig. a perfezionare l`opera sara` il solo pope: la sua condizione di outsider, oltre alla fama e agli anticipi per le sue traduzioni omeriche, faranno di lui il primo poeta inglese capace di fondare il proprio successo soltanto sul pubblico, senza le ingerenze del mecenatismo. fu una carriera che impronto` un`epoca e raggiunse l`apice nelle imitazioni di orazio, una serie di satire, odi ed epistole in distici eroici sull`arte e la letteratura. fra queste, l`epistola al dottor arbuthnot - qui pubblicata con testo a fronte - e` il coronamento del che fu la vita di pope: un capolavoro che fonde autobiografia intima, struggente elegia dell`amicizia e satira abrasiva in una deflagrante miscela di furia, decorum, malizia, malinconia e felicita` espressiva.



all`inizio della carriera, peter cameron era uno scrittore di commedie brillantissime, feroci, tutte sull`orlo della surrealta` - o, se si preferisce, tutte dentro quella realta` survoltata che era new york sullo scorcio degli anni ottanta. se ne ricordano di sicuro i lettori che hanno amato "un giorno questo dolore ti sara` utile", e che qui ritroveranno la soho delle gallerie, delle palestre esclusive e delle ancor piu` elitarie banche del seme; parteciperanno al rapimento piu` sgangherato del secolo, e a un tentato omicidio non meno improbabile; e finiranno per farsi trascinare, felici, in tutti gli altri disastri connessi al piu` lungo, accidentato e imperdibile divorzio fin qui raccontato.
a detta dell`amico puskin, il principe petr vjazemskij era una della natura, che lo aveva scelto per far bella mostra di tutti i suoi doni, ma eccedendo, giacche` aveva combinato nel suo beniamino . poco conosciuto fuori della russia, salvo rare eccezioni ricordato soltanto come poeta della , vjazemskij fu anche critico, romanziere, memorialista. di un`intelligenza acuta, talvolta spietata, era un conversatore e narratore ineguagliabile, tanto da provocare autentiche nelle case che frequentava: non appena cominciava a raccontare le sue storie, tutti si affrettavano a raggiungerlo. storie che in gran parte figurano nei taccuini che tenne per piu` di sessant`anni, folti di aneddoti, riflessioni, brevi ritratti, stravaganze di personaggi illustri, battute e bizzarrie di chi viveva o era vissuto nella citta` che vjazemskij piu` amava, mosca, una vera e propria rispetto alla rigida e formale san pietroburgo, dove la presenza della corte sembrava condizionare anche i piu` segreti pensieri dei sudditi. , dunque, ma capaci piu` dei grandi eventi di dar voce al passato prossimo ancora vivo, non imbalsamato in trattati e libri di storia. e dopo aver letto queste pagine deliziose, non potremo che concordare con iosif brodskij: . a cura di serena vitale.


benche` costretto, nel 1932, ad accettare una nuova "sfacchinata" ingegneresca, gadda non ha la minima intenzione di dissipare la notorieta` che "la madonna dei filosofi", uscito l`anno prima, gli ha procurato nell`ambiente dei letterati. la scrittura e` per lui "un prepotente bisogno", e un ripiegamento sarebbe inconcepibile: "la realta` deve essere, il resto non importa". con i proventi della corvee presso i servizi tecnici del vaticano finanziera` dunque nel 1934 "il castello di udine": libro variegato, riluttante a ogni definizione di genere, stilisticamente tracotante. i ricordi di guerra ci consegnano la bruciante delusione di chi ha visto il sogno di "una vivente patria, come nei libri di livio e di cesare" annientato dall`incapacita` degli alti comandi di raffigurarsi le "correlazioni complesse" che legano l`esercito "al resto del mondo"; dal mito, "ignobile e turpe", della furberia; da una prigionia che lo ha travolto "verso la riva dell`inutilita`". ma subito dopo la cronaca di una crociera nel mediterraneo proietta l`immagine di un mondano, ironico reporter; l`invettiva contro i musici di strada, molesti perturbatori delle notti milanesi, quella di un bizzoso moralista; il racconto "la fidanzata di elio" - dove le virtu` di luisa lasciano presagire una vita "drappeggiata di linoleum, risfolgorata di nichelio" - quella di un incendiario robespierre della borghesia milanese. a ben vedere, tuttavia, un filo rosso, tenace e segreto, unisce queste prose in apparenza disparate, screziandole di dolore e di sangue, come se la prima sezione gettasse fiotti d`ombra su tutta la raccolta: il lutto insanabile per chi e` caduto in guerra - come il fratello enrico, "la parte migliore e piu` cara di me stesso".
serena, mamma di due figlie, casalinga ultraindaffarata, chimica con il "superpotere" dell`olfatto formidabile e professionalmente coltivato nel suo ultimo lavoro da sommelier. e corinna, sovrintendente di polizia, alta un metro e novanta e con un carattere ruvido, opposto a quello irruente e solare di serena, ma con lei da subito in sintonia. a riunire l`irresistibile coppia e` un caso che coinvolge il mondo vitivinicolo del borgo toscano di bolgheri. e` stato ritrovato il motocarro del marchese crisante olivieri frangipane, patriarca di una antichissima famiglia di produttori di vino, scomparso anni fa in circostanze misteriose. una sera di ottobre del 2013 il conte si allontana con il suo ape coupe` e non fara` mai ritorno. il ritrovamento del mezzo durante il drenaggio di un bacino artificiale della tenuta tegolaia fa scattare immediatamente nuove indagini e riaccende vecchie scintille tra le due proprieta`. la tenuta tegolaia, passata dalla famiglia colantoni ad una multinazionale olandese, era diventata bersaglio degli scherzi pungenti in perfetto stile toscanaccio del vecchio crisante. a loro volta, attraverso il manager italiano, walter gori, gli olandesi si lanciavano in continue minacce di azioni legali o, peggio ancora, di azioni fisiche contro la persona. quando all`interno della tenuta riaffiora anche il corpo del conte, alle due argute investigatrici appare chiaro che la risoluzione dell`enigma deve trovarsi all`interno di queste schermaglie. e nella memoria di andrea pace, ora nuovo proprietario della tenuta tegolaia, nonche` nel 2013 enologo della famiglia olivieri frangipane. l`umorismo, i colori, i profumi e i sapori della campagna toscana, in un intrigo giallo in cui emerge con forza la sensibilita` femminile delle due protagoniste.