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abe ravelstein e` un geniale e stravagante professore di filosofia politica, forgiatore di menti, ma anche viveur instancabile e amante della buona cucina, dell`arte, del pettegolezzo. malato di aids, chiede a un amico scrittore di scrivere la sua biografia. nel corso di un viaggio che insieme compiono a parigi, in conversazioni che sono dialoghi di fenomenale e provocatoria intelligenza, i due ripercorrono la storia della loro amicizia e si scambiano riflessioni sulla politica, la storia, l`attualita`, le donne, alternandole con memorie di antichi amori e mai sopite passioni. ravelstein e` un viaggio attraverso l`amore e la memoria, un`elegia all`amicizia e alla vita vissuta intensamente (nel bene e nel male), un libro audace, sfrontato e brillante.

nel leggere le testimonianze di questi contadini friulani, uomini e donne, vissuti tra `500 e `600, si e` afferrati, come lo furono gli inquisitori, dallo stupore che si prova di fronte a qualcosa di assolutamente inaspettato. racconta il benandante paolo gasparutto . spinti dal destino perche` nati con la camicia - cioe` involti nel cencio amniotico - i benandanti combattevano in spirito, tre o quattro volte all`anno, armati di mazze di finocchio, contro gli stregoni armati di canne di sorgo, per assicurare l`abbondanza dei raccolti. gli inquisitori si convinsero che dietro questi racconti si nascondeva il sabba diabolico: i benandanti non erano nemici di streghe e stregoni, come affermavano, bensi` streghe e stregoni essi stessi. dalle voci di anna la rossa, di olivo caldo, di michele soppe e di tanti altri, pur filtrate dai notai dell`inquisizione, emerge uno strato profondo di credenze contadine, altrove cancellate. oggi i benandanti, per tanto tempo dimenticati, viaggiano in spirito per il mondo: dall`europa, alle americhe, alla cina.

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