marco aurelio scrisse un`ampia serie di pensieri, il cui titolo nei manoscritti e` "colloqui con se stesso". e` improbabile che l`autore avesse intenzione di pubblicare queste meditazioni personali in forma di libro. per quali vie siano state trasmesse all`epoca medievale resta un mistero. quest`opera unica racconta il dilemma di un imperatore, soldato e filosofo, combattuto e lacerato tra i doveri della politica e gli imperativi della morale. una "bibbia laica" per quanti credono nella ragione contrapposta alla violenza cieca.
rossini aveva 37 anni e 39 opere alle spalle quando si ritiro` dalle scene teatrali dopo avervi esercitato un`egemonia incontrastata. eclettico, altalenante tra comico e tragico, e proli co sperimentatore di generi, raggiunse e impose uno stile sovraregionale, nella fedelta` a un ideale di bellezza ineffabile che la sua musica sempre insegui`: una musica che diede voce ai suoi personaggi esprimendo, con una scrittura vocale e strumentale esaltante, il loro destino, la speranza che li anima, l`allegrezza che li circonda, la felicita` che li attende, l`abisso in cui stanno per cadere. questa musica, , fu pero` scritta e creata nel e per il proprio articolato presente, adattandosi ai contesti e agli artisti con cui rossini si confronto` nelle sue peregrinazioni. la riconoscibilita` immediata del suo linguaggio drammatico segno` cosi`, in tempi di grande mutamento, una strada impossibile da ripercorrere, che conobbe imitatori ma non successori. la fortuna discontinua di rossini pone ancora oggi molti interrogativi, da cui andrea chegai parte per riavvolgere il filo della matassa che i recensori del tempo, i biografi e gli studiosi attuali hanno tentato di sbrogliare. indagando sui motivi della fama del pesarese, sui suoi rapporti con impresari, cantanti, scrittori, librettisti e compositori, chegai riposiziona le opere di rossini in una prospettiva storica che tiene conto delle trasformazioni sociali, politiche e musicali a cavallo tra settecento e ottocento. "rossini" ci permette di approfondire con coinvolgimento e rinnovato sguardo critico la musica di un artista , per cio` che significo` al suo tempo e per quello che puo` ancora significare per noi oggi.

con "l`immaginazione melodrammatica" peter brooks analizza e spiega, a partire dalla sua nascita in seno alla rivoluzione francese, cosa e` stato, cosa e` diventato e qual e` la natura del melodramma, da genere teatrale a modello compositivo di romanzi, film e altri tipi di narrazioni. l`immaginazione letteraria contemporanea cela le proprie radici nel melodramma, una forma di teatro in prosa con accompagnamento orchestrale che ha conquistato parigi nei primi decenni del xix secolo per diffondersi poi con successo in tutta europa in quelli successivi. questi spettacoli attiravano un pubblico vario, , sia per i temi sia per il lessico, ma anche per la strutturazione. il palco permetteva infatti a fanciulle innocenti e subdoli traditori, giovani coraggiosi e tiranni malvagi di dare voce ai sentimenti piu` profondi, alle paure piu` angoscianti, e di mettere in scena rappresentazioni di . ovvero, tutto cio` che sarebbe diventato ingrediente fondamentale del romanzo ottocentesco. alternando analisi storica e critica, brooks svela non solo come nelle opere di honore` de balzac e henry james, charles dickens e fedor dostoevskij siano rintracciabili gli elementi costitutivi del melodramma, ma come il successo e l`affermazione del genere romanzo siano legati a quella specifica prassi di racconto di ambienti, personaggi e passioni: un modo di concepire e narrare i conflitti nella societa` che ci ha aiutato a comprendere il mondo e noi stessi; chi siamo e chi potremmo essere. prefazione di mariolina bongiovanni bertini.
