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<"non faccio mai un quadro come opera d`arte; ognuno di essi e` una ricerca. sono sempre alla ricerca e c`e` una sequenza logica in cio` che ricerco. e per questa ragione che li numero; e` un esperimento nel tempo; li numero e li dato; forse un giorno qualcuno me ne sara` riconoscente". questa osservazione di picasso e` significativa, ci indica come, secondo lui, l`elemento piu` rilevante nella creazione non consiste in un lavoro singolo o nella somma di tutti i lavori, ma nel processo di fluttuazione e di continua trasformazione offerto dalla sequenza dei tentativi. secondo picasso, tutta la sua opera creativa sembra possedere una dimensione temporale che non deve esser considerata come biografica ma come un aspetto essenziale dell`opera stessa>.

nel 1961 fenoglio scrisse una serie di epigrammi sui modello di marziale. composti come se fossero tradotti dal latino, e utilizzando nomi propri latini, passano in rassegna uomini e donne di alba nel dopoguerra, satireggiandone i vizi pubblici e privati. in particolare l`ipocrisia e il cinismo che, sotto il fuoco dell`ironia fenogliana, sono si` fenomeni senza tempo, ma diventano tanto peggiori in quanto colti in un`epoca che, dopo la resistenza, avrebbe dovuto segnare una svolta etica in tutta la nazione. pubblicati postumi nell`edizione critica delle opere di fenoglio diretta da maria corti, gli epigrammi sono ora presentati per la prima volta in un volume a se`, con due inediti e un ampio saggio introduttivo di gabriele pedulla`.

nell`energia di queste densissime pagine, franco buffoni realizza un importante capitolo di vitale apertura e novita`: nella sua opera, naturalmente, ma in genere nei percorsi della poesia d`oggi e non solo italiana. in "betelgeuse e altre poesie scientifiche" l`autore procede infatti articolando una fitta serie di esplorazioni intellettuali e poetiche, muovendosi puntuale nel campo della scienza, nell`onda di una sua avventura del pensiero, lucidissima tanto da apparire visionaria. eccoci passare, per esempio, dall`umano antenato piu` antico alla creazione dell`intelligenza artificiale. eccoci co`lti a vivere . buffoni esplora questi nuovi territori del linguaggio con fermezza razionale di accenti e con una nitida asciuttezza di parola, che pure custodisce in se` l`emozione inesauribile della scoperta. lo fa, appunto, muovendosi tra i due estremi dell`astrofisica e della microbiologia, e attingendo a un vasto repertorio di conoscenze scientifiche, i cui termini hanno spesso gia` in se` una vera e propria autonoma pregnanza poetica. ma nel suo cantare - con voce che evoca lucrezio e leopardi - la fine dell`antropocene, l`autore chiama in causa anche il mito e la storia: da qui le sorprendenti catene di legami evocativi per cui erbio e disprosio - da nudi elementi della tavola periodica - trasfigurano nei santi cosma e damiano, in dialogo con il domatore di cavalli castore e il pugile polluce. decisivo e` anche l`implicito invito che il poeta rivolge al lettore di questo libro-poema: uscire dalle angustie di un io troppo volto a se stesso e di un antropomorfismo ormai incapace di far volare l`esserci. perche` si possa meglio orientare la mente verso il variabile cuore dell`universo, nelle vertigini e nel perenne incanto del suo immenso pulsare di spazio e tempo.

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