dal mito della nascita della "nuova nazione" a quello della strada. dal mito della frontiera come penetrazione (e conquista) dell`ignoto, alle produzioni letterarie che hanno dato voce a chi sotto quel mito e` rimasto schiacciato. da john ford a jack kerouac, da john steinbeck a flannery o`connor e risalendo la corrente - a mark twain e all`immaginario "redentivo" dei gospel: il libro va alla ricerca dei mille fili che legano le canzoni di springsteen al "mito america" e ai suoi simboli. una costellazione "resistente" nel tempo perche`, come ha scritto francesco dragosei, "l`america percepisce se stessa in modo mitico". queste canzoni, che coprono oramai piu` di trent`anni di storia americana - il debutto discografico di springsteen e` datato 1973 - hanno un merito: dal mito "saltano" alla realta` - o almeno ad una sua interpretazione. quello che il mito vela (e a volte espelle o mistifica), queste tracce cercano di far riemergere - di portare alla luce. dal mito alle visioni.
charkiv, ucraina, centro industriale e culturale del paese, anni novanta. a un passo dall`epocale caduta del regime sovietico, in un mondo in disfacimento, gli adolescenti avanzano in massa oltre la loro linea d`ombra; parte di una terra e di un popolo che si scopre libero e disorientato, muovono i primi passi tra le rovine del passato, tra vodka, disordini, violenza, poverta`, spaccio di droga e cameratismo. stazioni e vagoni notturni, vecchi impianti industriali, campi nomadi, appartamenti fatiscenti e palazzi del potere sopravvissuto: in questo scenario l`americanismo avanza, l`infiltrazione e` in atto. puo` darsi che la radio ascoltata dai giovani protagonisti dica la verita`, che i depeche mode in realta` siano irlandesi, e gore una donna. e che in ucraina vada tutto bene. ancora non sanno che contro la noia c`e` di meglio che leggere istruzioni per preparare esplosivi, bere alcol puro, rubare - e che bisogna difendersi, perche` non tutti riusciranno a sopravvivere.