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a gemma, selvaggia isola delle coste di malizia, nessuno ha dimenticato il destino di marta matarasso: la fanciulla era morta durante la prima notte di nozze tra le braccia del marito stamos marinakis, il fondatore del grande magazzino l`europeo. cosi, quando s`annuncia il matrimonio tra il nuovo proprietario dell`emporio, l`idealista e sognatore geronimo franck, con la bellissima alia emar, i presagi non sono favorevoli. in effetti le cose si complicano subito. in primo luogo, il popolo di gemma ha sempre sognato di rendersi indipendente dall`impero austro-ungarico, e la situazione politica e diplomatica s`infiamma. inoltre di alia s`innamora perdutamente stefano coppeta, discendente del mitico leader indipendentista dell`isola ucciso dagli austriaci.

l`idea che una macchina arrivi a possedere una "coscienza" (o qualcosa di vagamente simile) sembra assurda e quasi eretica. coloro che ne hanno ipotizzato la fattibilita` sono spesso tacciati di sensazionalismo, arroganza e addirittura d`ignorare i piu` comuni principi filosofici. ma se potessimo definire con certezza che cos`e` la coscienza, i limiti di questo dibattito diventerebbero piu` chiari e non si pretenderebbe di valutare un problema scientifico con i parametri della filosofia. in questo saggio aleksander, studioso esperto nel campo dell`intelligenza artificiale, cerca di rendere accessibili a tutti i termini della questione e di definire nel modo piu` rigoroso la "coscienza".

pubblicato in italia nei "supercoralli" nel 2001, "il libro del buio" viene riproposto in edizione tascabile. il 10 luglio 1971 un commando militare irrompe nella residenza estiva del re a skhirate, in marocco. ma il colpo di stato fallisce. i soldati che avevano preso parte alla missione (molti senza neanche conoscerne l`obiettivo) vengono rinchiusi in un carcere scavato nel sottosuolo, sepolti vivi per 18 anni nelle tenebre piu` assolute. tra essi c`e` salim, la voce narrante, cantastorie dalla memoria prodigiosa. poi ci sono gli altri: walkrine, lo specialista degli scorpioni, ustad, l`asceta, karim l`uomo che sa contare il tempo, achar il cattivo che si fa scudo con la forza dell`invidia e della grettezza.

una paura atavica e insuperabile attanaglia da sempre julian barnes, quella della propria estinzione. nessun conforto puo` venire dalla fede, all`agnostico scrittore, che fin dalla prima riga confessa: . non resta dunque che unirsi alla fitta schiera di illustri tanatofobici che l`hanno preceduto - da montaigne a renard, da rachmaninov a larkin - provando a convincersi che nel grande non c`e` niente, ma proprio niente, di cui avere paura. , scriveva jules renard quand`era giovane e in salute. . lo sa bene julian barnes, che dell`una e dell`altro ha sempre fatto ampio uso nel tentativo di esorcizzare la piu` atavica e insuperabile delle paure, quella della morte, senza mai riuscire ad addomesticarla. quali armi restano, dunque, all`agnostico scrittore che, per trovare sollievo dall`idea dell`estinzione, non puo` neppure contare sul balsamo della fede? be`, innanzitutto ricordare che, oltre a essere la piu` viscerale e antica, la paura della morte e` anche la piu` comune e condivisa. e se e` vero che , guardarsi intorno puo` aiutare. julian comincia dal suo entourage piu immediato, la famiglia di sangue - suo padre, un professore , sua madre, anche lei insegnante, ma , e suo fratello maggiore jonathan, filosofo aristotelico, ateo, asciuttamente pragmatico - trovandoli tutti piu` bravi di lui in . allarga quindi lo sguardo ai compagni quotidiani della sua vita, la sua : artisti, filosofi, compositori e soprattutto scrittori, in primo luogo jules renard, di cui ripercorre la brev

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