
nessun`area di new york ha subito nel tempo trasformazioni tanto radicali quanto la costa, conseguenza dei processi naturali e dell`intervento dell`uomo. come catturarne dunque nel modo piu` efficace possibile il multiforme e mutevole carattere? grazie a un sapiente mix di storia, folclore, politica, cultura e avventura on the road, phillip lopate guida il lettore in un`appassionata e illuminante escursione attraverso manhattan, descrivendo infrastrutture, spazi pubblici e punti di interesse incontrati durante il suo cammino, risalendo alla loro origine e al loro sviluppo nel corso degli anni. dissotterrando strati di storia e leggenda, lopate porta alla luce gli aspetti economici, ecologici e politici che hanno profondamente influenzato lo sviluppo del tessuto urbano della citta`, dalla costruzione del ponte di brooklyn fino agli ultimi edifici sorti in riva al mare.



I Classici surreali di Hawthorne, James, Kipling, Bradbury e tanti altri. Un salto agghiacciante e originale tra alcuni grandi autori del'Ottocento e del Novecento.

per tutta la sua lunga vita, johann sebastian bach espresse le proprie idee in termini puramente musicali. da sempre riluttante all`idea di scrivere riguardo alle proprie vicende e al proprio lavoro, preferiva che fosse la sua arte a parlare di lui e per lui. selezionando con cura i pezzi e disponendoli secondo un preciso ordine all`interno di raccolte progettate nel dettaglio, bach diede vita a un vero e proprio universo, un modello di composizione ancora oggi in continua espansione, a cui guardano, inevitabilmente sedotti, ascoltatori, musicisti, matematici e chiunque non possa fare a meno della musica nella propria esistenza. grazie una ricerca ricca e profonda, "l`universo musicale di bach" fornisce un`analisi innovativa e dettagliata delle sue opere, dal "clavicembalo ben temperato" ai "concerti brandeburghesi", dalla passione secondo matteo all`"arte della fuga" fino alla "messa in si minore", passando attraverso le" partite per violino" e le "suite per violoncello". andando oltre ogni convenzione riguardo epoca, genere e strumento, christoph wolff esplora l`eredita` di bach e ci fornisce la chiave per entrare in contatto con la profondita` e l`ecletticita` del suo genio, e capire il suo approccio alla composizione come frutto non solo di un libero atto creativo, ma anche di un pensiero, il cui rigore tende alla perfezione.
antonio vivaldi e` stato forse il compositore piu` oggetto di equivoci di lettura e deliberati fraintendimenti tra quelli del suo tempo. riscoperto relativamente di recente rispetto a bach o handel, la sua musica ha infatti subito per decenni ricostruzioni estremizzate e approcci superficiali. ancora oggi ci si inganna credendo che sia un autore facile o leggero, e le sue partiture poco piu` di tracce stenografiche da integrare con ornamentazioni, improvvisazioni, effetti speciali e ogni tipo di licenza interpretativa. federico maria sardelli, tra i piu` autorevoli studiosi e interpreti del maestro veneziano, con quest`opera restituisce il giusto valore alle intenzioni di vivaldi. grazie a una ricognizione minuziosa sulle sue istruzioni musicali manoscritte, sardelli mette in luce come le partiture siano, in genere, gia` complete di molte indicazioni utili all`esecuzione. al contrario della vulgata - e sebbene vivaldi non abbia lasciato nessuno scritto sulla sua musica, la sua poetica, il suo modo di comporla o eseguirla - queste carte lo rivelano come il compositore italiano barocco piu` prodigo d`informazioni tecniche e musicali. guidati da sardelli, entriamo per la prima volta in intimo contatto con i suoi manoscritti, scrigni di un`impressionante mole di notizie, cruciali per comprendere il suo modo d`intendere e d`interpretare le sue creazioni. a meta` tra saggio speculativo e manuale pratico, questo libro, che si impone anche per la brillante vena scrittoria, ci permette di avere accesso come mai prima a un universo musicale in cui ogni effetto risulta perfettamente calibrato e ponderato per emozionare l`ascoltatore. prefazione di michele dall`ongaro.

forse nessun attore si e` mai congedato dal pubblico con un testamento palpitante di vitalita` come "mi ricordo, si`, io mi ricordo", il film-confessione con cui, alla vigilia dell`uscita di scena, mastroianni racconta con stoico umorismo, pudica ironia e reticente tenerezza la sua vita d`arte e la sua arte di vivere. negli intermezzi della lavorazione in portogallo di "viaggio all`inizio del mondo" (1996), fra le montagne e il mare, marcello si mette di buon grado davanti alla cinepresa e tira i molteplici fili della memoria e della riflessione. nella sua spericolata navigazione durata mezzo secolo, in mezzo alla vasta costellazione degli autori di mastroianni, brillano le stelle-guida dell`adorato de sica; di visconti, spietato allenatore di palcoscenico; di fellini, complice pigmalionico; di ferreri, ispiratore di trasgressioni. e nei discorsi di questo commediante pragmatista emergono a sorpresa riferimenti piu` alti: cechov, imprescindibile fratello di sangue; diderot, con l`aureo precetto che l`attore deve far piangere senza piangere; proust, kafka.