"vietato leggere" e` una raccolta di brevi scritti sull`industria culturale, dal punto di vista di uno scrittore in esilio. "l`esilio," scrive ugresic, "e` una condizione letteraria; non solo fornisce una ricca lista di citazioni letterarie, ma e` una citazione letteraria". dubravka ugresic, romanziera e saggista, scrive nella sua introduzione che una delle sue maschere e` quella di "una brontolona dell`europa dell`est confusa dalle dinamiche del mercato globale del libro", ma il suo tono e` leggero, vivace e pungente nel raccontarci i difficili rapporti fra uno scrittore e i suoi mediatori letterari. e ci rivela la strada accidentata che ogni libro deve compiere per cadere nelle mani del lettore.
fin dall`infanzia, il protagonista di questo romanzo rivela un`estrosa inventiva nella ricerca della felicita`: e se alle volte, come in occasione della memorabile vincita al casino` di campione, la fortuna favorisce le sue intuizioni, altre volte e` lui a forzarle la mano, per esempio con il ricatto innocente grazie al quale entra in possesso dela prima bicicletta a dodici anni. il romanzo narra le vicende di un talento sempre in lotta con la fortuna, di un personaggio ora candido e sensibile, ora sventato e disonesto sullo sfondo dell`italia degli ultimi quarant`anni.

"e` un libro che virginia woolf non ha mai scritto, questo." come spiega nadia fusini nella sua prefazione, i due testi qui presentati uscirono solo dopo la sua morte su iniziativa del marito leonard. eppure si tratta di due scritti preziosi in cui ritroviamo tutta l`intensita` che rende inconfondibili i suoi romanzi, ma anche l`ironia che percorre, a volte scoperta, a volte in filigrana, molte sue opere. uno schizzo del passato, composto a singhiozzo tra l`aprile e il giugno del 1939 e ripreso da giugno a novembre del 1940, e` quanto ci sia di piu` vicino a una vera e propria autobiografia. nella consapevolezza che mai riuscira` a raccontare davvero la sua esistenza, virginia woolf indugia in ricordi fondamentali dell`infanzia e dell`adolescenza, si interroga sui meccanismi della memoria e tratteggia il carattere di personaggi essenziali del suo panorama interiore. qui c`e`, insomma, la materia prima della sua immaginazione. del tutto diverso e` il tono di sono una snob?, un testo che fu letto dalla scrittrice medesima alla riunione del memoir club il 1? dicembre 1936. la scrittrice rivolge su di se` la propria ironia acuta e infallibile e ammette che si`, lei e` una snob, in senso letterale e` sine nobilitate - niente stemmi e castelli nella sua famiglia che di nobilta` si nutre nello spirito e nella mente -, e disegna un ritratto godibilissimo, pungente, buffo della societa` dell`epoca."