il diritto e` uno degli strumenti cruciali per "fare l`europa". passi importanti sono stati compiuti nel senso del perfezionamento giuridico delle istituzioni comunitarie e di una maggiore uniformita` tra i sistemi legali degli stati membri. sempre piu` spesso l`unione europea interviene con le sue leggi e le sue sentenze nel diritto interno ai vari stati. cio` implica che i giuristi "europei", pronti ad operare in tutto il territorio dell`unione, siano consapevoli delle comuni radici culturali e conoscano a fondo le diverse realta` giuridiche e sociali. ed e` questo il fine che questo volume persegue.
le forme di religione elaborate e vissute nella grecia arcaica e classica, nell`etruria e a roma costituiscono momento essenziale di quel patrimonio "classico" di cui tutto l`occidente si e` alimentato.
duby e geremek si sono conosciuti a varsavia nel 1960, e da allora la loro amicizia si e` alimentata delle molte pasioni comuni: la storia, il medioevo, certo, ma, piu` in particolare, una concezione aperta e problematica della storia stessa, e poi una dimensione d`impegno. nel corso della conversazione duby e geremek raccontano la propria esperienza, l`avviamento alle discipline storiche, il maturare dei loro interessi specifici, ma anche il proprio passaggio attraverso le temperie culturali che hanno dominato il nostro continente dagli anni trenta ad oggi.
tre teorie della societa` e della politica, cruciali nella cultura del novecento, analizzate da un maestro della storiografia filosofica tedesca. la prefazione e` di ernst nolte.
un maestro della storiografia contemporanea sintetizza con grande chiarezza ed efficacia tutti gli aspetti della storia medievale, con particolare attenzione a quegli elementi che da allora hanno costituito l`identita` europea. jacques le goff (1924) e` tra i massimi storici del medioevo.
"le due anime di faust": ossia la distinzione e il conflitto tra due tendenze fortissime nella societa` italiana, quella che vuole aprirsi all`esterno e quella che vuole chiudersi, quella che accetta la sfida della concorrenza e quella che trova rifugio nella mano pubblica. e` questo il punto nevralgico che carli coglie in questi scritti. questa raccolta e` una testimonianza di come l`autore abbia operato con la sua attivita` politica e con il pensiero a promuovere un`economia aperta ai mercati internazionali.
le impressioni, i giudizi su uomini politici come nitti, de gasperi, soleri, togliatti, gronchi, la malfa, parri, umberto di savoia, le confidenze di banchieri come mattioli, di imprenditori come valletta, la quotidiana gestione dell`attivita` della banca d`italia, le riunioni con collaboratori come menichella, steve, rossi doria, carli, baffi, i rapporti con intellettuali come croce. il futuro presidente della repubblica, dall`osservatorio privilegiato della banca d`italia, restituisce con immediatezza la ricchezza di quella intensa fase, dalla quale prese avvio l`italia democratica dopo il ventennio di dittatura fascista.
l`"anthropologie in pragmatischer hinsicht" usci` nel 1798 presso l`editore nicolovius di konigsberg. la presente traduzione di giovanni vidari, riveduta da augusto guerra, si basa sul testo curato da o. kulpe nel volume vii delle gesammelte schriften (berlin 1907).
oggi le societa` occidentali sembrano ossessionate dai ricchi: ammirati e lusingati e, allo stesso tempo, biasimati e disprezzati. ma e` sempre stato cosi`? nel corso di mille anni le cose sono molto cambiate. nel medioevo, ad esempio, un`eccessiva accumulazione di ricchezze era considerata peccaminosa e percio` ci si attendeva che i ricchi non facessero sfoggio della propria opulenza. per lungo tempo la loro semplice esistenza ha prodotto disagio sociale, mitigato solo dal ruolo che potevano svolgere nei tempi di crisi, impiegando i propri beni per aiutare la comunita`. in passato come oggi, pero`, ci si e` interrogati su come si diventa ricchi e sul perche` le ricchezze tendono ad accumularsi nelle mani di pochi. diventare ricchi e` frutto di abilita` o di fortuna? di parsimonia o di capacita` d`investimento? quanto contano le ricchezze ereditate e quanto le reti di relazione che si creano nel corso della propria vita? in questo libro, pieno di esempi e di resoconti delle vite di alcuni individui straordinari, si prova a rispondere a queste domande all`interno di un`ampia e organica ricostruzione storica, capace di offrire anche una prospettiva da cui guardare ai dibattiti in corso sulla disuguaglianza di ricchezza e di reddito. a segnare una differenza dal passato e` il fatto che, nonostante i loro patrimoni siano stati sostanzialmente risparmiati dalla grande recessione del 2008 e dalla pandemia di covid-19, i ricchi e i super-ricchi si sono mostrati riluttanti a contribuire al bene comune, opponendosi persino a misure d`urgenza. la storia suggerisce che questo e` uno sviluppo preoccupante - per i ricchi e per tutti gli altri.
siamo a firenze nel 1921, le squadracce fasciste imperversano in citta` e si organizzano i gruppi di autodifesa socialisti e comunisti. gli scontri sono all`ordine del giorno e il giovane fascista giovanni berta viene prima malmenato e poi gettato da un ponte nell`arno. immediatamente i fascisti trasformarono questo fatto in un martirio, enfatizzando la brutalita` e la ferocia delle masse operaie. a queste dovevano porre un argine l`indomita fede e il senso di sacrificio dei sostenitori del fascismo. cosi` giovanni berta fu ricordato in tutta l`italia fascista e nelle colonie attraverso l`intestazione di strade, monumenti e perfino del nuovo stadio di calcio di firenze. articoli di giornali e riviste, libri, disegni, dipinti ed elementi di cultura materiale, come le migliaia di tombini che riportavano il suo nome a roma e a firenze, hanno contribuito a fissare la sua storia nella memoria popolare. inoltre, la sua inumazione sotto la basilica di santa croce a firenze insieme a 36 camerati fiorentini, nella cripta dedicata ai caduti fiorentini per la rivoluzione fascista, intensifico` la sacralita` della sua storia e contribui` al tentativo del regime di creare legittimita` e stabilire una religione politica. questo libro rappresenta il primo studio approfondito su un evento chiave della storia e della mitologia fascista ed esamina il processo molto limitato e altamente selettivo di elaborazione del passato fascista e della sua eredita` culturale in italia.
in molti scritti sulla resistenza sono indicati come autori di attacchi ai tedeschi o vittime dei loro rastrellamenti `i partigiani`, senza altra specificazione. ma in gran parte dei casi si tratto` di partigiani comunisti, la cui connotazione politica in seguito e` rimasta spesso sotto traccia. nel dopoguerra fu il loro stesso partito a inglobarli nella sua visione della guerra di liberazione come `guerra di popolo` combattuta da un ampio fronte antifascista quasi indifferenziato. e questo e` accaduto ancora di piu` dopo il crollo dell`urss, quando la forte impronta comunista sulla lotta armata antitedesca apparve una macchia capace di cancellarne i meriti. questo non e` un libro di semplice rivendicazione di quei meriti. ne illustra alcuni, tra cui soprattutto la creazione dal nulla del nucleo essenziale dell`?esercito partigiano`, le brigate garibaldi, opera di pochi militanti, capaci pero` di attrarre tanti volontari disposti a battersi contro i nazifascisti. accanto alle loro imprese ne vanno pero` considerati anche i limiti, riconducibili agli obiettivi politici del loro gruppo dirigente, deciso ad attribuirgli, nonostante il loro carattere guerrigliero, compiti di un vero esercito regolare capace di presidiare vaste `zone libere`. ma dopo le dure prove dell`ultimo inverno di guerra, le formazioni comuniste diedero il principale contributo alla liberazione delle citta` del nord prima dell`arrivo degli alleati, importante obiettivo simbolico condiviso da tutte le forze della resistenza. un libro ne` encomiastico, ne` denigratorio, dove predominano i chiaroscuri, quanto mai presenti nella storia della transizione italiana verso la democrazia.
quando l`umanita` ha cominciato a coltivare i campi e addomesticare gli animali e` cominciata una storia diversa, che e` ancora la nostra. da allora l`ambiente in cui viviamo, il cibo che mangiamo, il nostro aspetto e la nostra struttura sociale non sono stati piu` gli stessi. passando dallo studio del dna a quello delle lingue, dagli scavi archeologici alle manipolazioni genetiche, e anche attraverso il racconto di alcune storie esemplari, guido barbujani ci porta indietro nel tempo fino a 10.000 anni fa, alla rivoluzione neolitica.
la polvere del mantello di san martino, il dentino da latte di gesu bambino, migliaia e migliaia di frammenti della vera croce recuperata da sant?elena: se scorriamo l?elenco delle innumerevoli reliquie conservate nei nostri santuari e nelle nostre chiese, non possiamo trattenere lo stupore e l?ironia per una ?tipica? testimonianza della superstizione e dell?oscurantismo medievale. ma se quello delle reliquie puo apparire un mondo esclusivamente connesso con l?aspetto devozionale, con la fede e con l?esaltazione del sacro, esplorare le storie a loro legate ci conduce in un inedito mondo fatto di viaggi avventurosi, raggiri, contese teologiche, battaglie campali e rapporti di potere secolari. basta ricordare l?importanza che hanno per venezia e bari le reliquie di san marco e san nicola, rispettivamente trafugate da alessandria d?egitto e da myra. sono storie che vedono protagonisti non solo santi e uomini di chiesa, ma anche sovrani, condottieri, donne straordinarie, nobili e personaggi minori come pirati, ladri, abili millantatori e tanta povera gente in buona fede. inseguendo queste storie il lettore sara trasportato dal palazzo imperiale di costantinopoli a cio che resta del calvario presso gerusalemme, dal cuore dell?arabia alla brumosa britannia, dalle abbazie ai palazzi reali, dalle piccole pievi rurali fino alle cattedrali delle piu grandi citta d?europa.
un quadro chiaro ed esauriente delle principali correnti della linguistica moderna e dei problemi fondamentali che ne hanno segnato lo sviluppo in un libro diventato un classico. senza seguire un?esposizione rigidamente cronologica, ma ordinando la materia in modo da far meglio risaltare le tendenze di fondo, l?autore mette in luce i momenti di svolta della storia linguistica, insistendo soprattutto sulle intuizioni teoriche e sui principi metodologici che hanno promosso o guidato l?indagine sul linguaggio tra l?ottocento e la prima meta del novecento. accuratamente dosato nell?esposizione tecnica e nell?analisi concettuale, il libro fornisce un indispensabile mezzo di orientamento non solo ai linguisti ma a chiunque si interessi di problemi del linguaggio.
si e soliti ripetere la celebre affermazione di raymond queneau che "i popoli felici non hanno storia". questo sentire comune non solo e storicamente falso ma e il vero risultato del genio elvetico, capace di convincere il mondo di essere un popolo senza storia, giustificando cosi la propria esistenza come eccezionale, al di sopra delle parti e al di fuori del tempo. in realta, la svizzera ha, forse piu di molti stati, un?appassionante storia europea fatta di violenti conflitti che si manifestano nell?attuale eterogeneita del paese. proprio queste lacerazioni hanno portato nei secoli all?invenzione di una tradizione e di un?identita comuni, di cui la neutralita permanente e progressivamente divenuta il collante. cosi un popolo aggressivo e brutale, ?armatissimo? (come scrive machiavelli) e bravo come nessun altro in europa a fare la guerra, muta pelle e si immagina come una placida isola di pace. posta di fronte a decisioni capitali per la sua stessa esistenza, la svizzera conosce un conflitto per il controllo del passato che diventa il campo di battaglia privilegiato e la posta in gioco essenziale per ipotecare le scelte future. la svizzera attuale non pare infatti piu in grado di uscire dall?immaginario eterno che lei stessa ha creato.
dopo la resa dell?italia, l?8 settembre 1943, la lotta armata degli antifascisti e l?ultimo capitolo di una lunga resistenza al fascismo durata piu di venticinque anni. l?eroica battaglia dei partigiani in questo ultimo tragico epilogo del conflitto mondiale, diventato anche guerra civile, ha in parte oscurato la ricostruzione dell?intera storia dell?antifascismo, eroica quanto i diciotto mesi resistenziali. gli antifascisti non sono stati passivi testimoni delle liberta e dei diritti calpestati dal fascismo, ma protagonisti politici attivi che, a seconda dei propri ideali e delle proprie ideologie, elaborarono per tutto il ventennio un patrimonio di pensiero e di riflessioni sul quale poggiano le basi della nuova italia democratica. una lettura dell?antifascismo nei termini di ?resistenza lunga? che innova la storiografia tradizionale.
i santuari hanno cominciato a diffondersi a partire dal iv secolo grazie al successo in occidente del culto dei santi. grande, infatti, era l?afflusso di pellegrini desiderosi di ottenere guarigioni, di venerare reliquie e immagini sacre legate soprattutto alle apparizioni della madonna e dell?arcangelo michele. questo rappresentava un paradosso per la religione cristiana, dal momento che il suo fondatore aveva rifiutato l?idea che esistessero dei luoghi privilegiati per rivolgersi a dio. ma le iniziative dei vescovi e la pressione dei fedeli smussarono presto questo riserbo. i piu rinomati santuari furono quelli di gerusalemme - a cominciare dal santo sepolcro -, san michele arcangelo sul gargano e in normandia, san martino di tours e rocamadour in francia, santiago di compostela in spagna e, negli ultimi secoli del medioevo, san francesco ad assisi e della madonna di loreto in italia. insieme ad altri piu modesti e meno noti, formarono una rete densa di luoghi sacri che popolo l?europa con forme nuove di sacralita. andre vauchez, uno dei piu autorevoli maestri della storia medievale, ne ricostruisce la storia della formazione e la loro crescita all?interno del mondo cristiano occidentale fra il iv e il xvi secolo, accompagnandoci alla scoperta del loro significato.