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l`"apokolokyntosis" e` uno dei testi piu` curiosi sopravvissuti alla dispersione del patrimonio della letteratura classica: una satira politica, irridente bilancio del governo dell`imperatore claudio e dissacrante svalutazione della sua figura, scritta quasi certamente da seneca per mancanca di stima e postuma vendetta di un torto subito. il titolo costituisce un gioco di parole che allude alla trasformazione di claudio, invece che in una divinita` (l`"apoteosi" che toccava agli imperatori dopo la morte) nel simbolo di stupidita` rappresentato dalla zucca. brevi componimenti poetici si affiancano alla narrazione in prosa: un`alternanza di registri linguistici, sbalzi stilistici, citazioni da celebri opere greche e latine, e volgari modi di dire che si susseguono in una comica e incalzante cronaca del tentativo di claudio di ascendere al cielo per diventare un dio. ma da qui, per le ingiustizie commesse, sara` cacciato agli inferi dal senato divino.

sul pianeta inverno, coperto di ghiacci perenni e dominato da una struttura semi-feudale, l`ecumene ha inviato un emissario, genly ai, incaricato di convincere gli indigeni a unirsi alla lega. non sara` facile per lui entrare in contatto con gli abitanti di quel mondo alieno, ancora ignoto, che trascorrono i cinque sesti della loro esistenza in uno stato ermafrodito neutro, per poi essere maschi o femmine solo nei giorni del kemmer. per riuscire nel suo intento, l`inviato dovra` superare differenze biologiche, culturali, psicologiche, sociali e comprendere articolate organizzazioni politiche, oltre che affrontare condizioni estreme in un attraversamento del grande nord degno di jack london. opera rivoluzionaria per i suoi aspetti concettuali e stilistici, "la mano sinistra del buio" descrive - nota nicoletta vallorani - . la nuova traduzione di chiara reali riesce a restituire tutti i colori di un testo complesso e delicato, un romanzo dallo stile fluido e composito, che mostra come categorie da noi ritenute determinanti non lo siano affatto, e come sia possibile progettare una cultura che da esse prescinda. conclude vallorani

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