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il volume, la cui impostazione manualistica affronta alcune delle tematiche trattate dall`antropologia contemporanea, e` composto da saggi di taglio storico e teorico-metodologico, con esempi tratti da studi e ricerche sul campo. sono oggetto di riflessione la storia dell`antropologia e le analisi di alcuni nodi teorici contemporanei (vincenzo matera); l`antropologia giuridica e le sue tematiche etico-politiche sul piano teorico e storico (patrizia resta); l`antropologia della disabilita` e il concetto di embodied space come chiave di lettura per collegare la disabilita` in relazione agli ambienti urbani (gianfranca ranisio); l`antropologia urbana nelle sue correnti principali (riccardo cruzzolin); l`antropologia della famiglia, dalle sue formulazioni classiche fino alle famiglie omoparentali (rosa parisi); il complesso dibattito riguardante razzismo e antirazzismo sul piano storico e istituzionale, con riferimento alle migrazioni e alla globalizzazione (fiorella giacalone); le fasi del ciclo di vita e la diversa articolazione oggi dei riti di passaggio (paola falteri); i modelli educativi e le contraddittorieta` delle seconde generazioni all`interno della scuola (giovanna guerzoni). gli antropologi sono oggi chiamati a riflettere su tematiche sempre piu` ampie e nuove, per la complessita` della societa` e le questioni epistemologiche connesse alla disciplina; allo stesso tempo sono portati a focalizzare specifici aspetti della ricerca sociale. il volume intende fornire alcuni strumenti teorico-metodologici utili per cogliere tale complessita`, anche attraverso le bibliografie che accompagnano i diversi saggi.

il termine mizuko viene tradotto letteralmente con bambino d`acqua, e nella cultura giapponese rappresenta l`anima dei bambini abortiti. l`immaginario vede gli spiriti dei bambini radunarsi lungo il fiume dei morti, incapaci di attraversarlo perche` i demoni impediscono loro di salire sulla barca che conduce al di la`; su questa riva grigia le piccole anime giocano e cercano di costruire degli stupa con i sassi del fiume, cosi` da accumulare meriti e raggiungere l`altra sponda del fiume o una rinascita immediata; immancabilmente i demoni arrivano e distruggono senza pieta` le costruzioni, e immancabilmente i piccoli spiriti ricominciano da capo. e un`immagine estremamente triste: la piccola anima e` rappresentata sola, spesso dimenticata dai genitori e incapace di liberarsi da questo luogo di pena, per certi versi simile al limbo cristiano, a meta` tra la vita e la morte. nelle diverse preghiere e composizioni in cui questa credenza puo` essere rintracciata, a un certo punto entra in scena il bodhisattva jizo, divinita` estremamente popolare in giappone, che distrugge i demoni e salva i piccoli dal loro stato di tristezza e miseria. questi culti, raccolti sotto il nome generico di mizuko kuyo, si sono sviluppati a partire da tradizioni antiche, e rispetto a esse hanno subito un notevole slittamento di significato; essi inoltre non fanno riferimento a un`unica particolare tradizione religiosa, ma sono in qualche modo trasversali rispetto alle varie correnti contemporanee. l`analisi di una realta` cosi` lontana rispetto al nostro panorama culturale vuole provare a spostare la riflessione su un altro piano, e cercare di vedere come affrontare la problematica dell`aborto da una angolazione diversa. l`intento e` dimostrare che esiste un modo di rapportarsi al problema che non e` solo quello di una negazione del diritto o del lutto; al contrario, partendo dall`assunto che il diritto all`aborto e` irrinunciabile, si cercano soluzioni, modalita` di mediazione del dolore che

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