


"aveva piovuto a dirotto durante quell`ultimo giorno a verona e il cielo aveva cominciato a schiarirsi solo nel pomeriggio. comprai un mazzolino di lavanda per ricordo e prima di partire sorseggiai un caffe` in piazza dei signori. le pietre erano ancora bagnate, ma il cielo era ormai sereno. umide nubi salpavano sopra le torri, i colombi torraioli beccavano sui marciapiedi e volavano dentro le fessure dei palazzi, le rondini emettevano strida mentre, nascosto dietro ai tetti, il sole stava tramontando". vernon lee, seguace del movimento estetico di walter pater, apparteneva a quella generazione di viaggiatori sensibili, al pari dell`amico henry james, alle inquietudini soprannaturali, spirituali, paganeggianti dei paesaggi soprattutto italiani, nei quali trovare vestigia e sopravvivenze degli antichi dei: spiriti dei luoghi di cui dare avvertenza a una classe di viaggiatori privilegiati e lenti, in resoconti di scrittura elegante e sottile mali`a, come questi "paesaggi di trame e enigmi". il fascino del paesaggio e delle citta` italiane ed europee: vernon lee incanta raccontando antichi borghi e territori plasmati da civilta` secolari. luoghi densi di miti, di divinita`, di entita` misteriose che non hanno perso la loro anima.






questo volume nasce da un progetto di rilettura del poema omerico destinato alla scena teatrale. baricco smonta e rimonta l`iliade creando ventun monologhi, corrispondenti ad altrettanti personaggi del poema e al personaggio di un aedo che racconta, in chiusura, l`assedio e la caduta di troia. l`autore "rinuncia" agli dei e punta sulle figure che si muovono sulla terra, sui campi di battaglia, nei palazzi achei, dietro le mura della citta` assediata. tema nodale di questa sequenza di monologhi e` la guerra, la guerra come desiderio, destino, fascinazione, condanna. un`operazione teatrale e letteraria insieme, dalla quale emerge un intenso sapore di attualizzazione, riviviscenza, urgenza, anche morale e civile.
