
"la colonia" e una storia magnetica sul potere insondabile che esercitiamo sugli altri. e che gli altri esercitano su di noi. emelie ha trent?anni, ha un lavoro impegnativo e una vita frenetica in citta. un giorno, pero, si accorge di essere stanca e di non riuscire piu ad alzarsi dal letto: e in burnout. su consiglio di una vicina, emelie lascia la citta per trascorrere qualche giorno in campagna. una volta li, pianta la tenda sulle colline tranquille e verdeggianti, lungo il fiume, dove incontra un misterioso gruppo di persone. ognuno di loro ha una storia che lo ha portato li: traumi, alienazione, visioni del mondo. sono diversi, ognuno a modo proprio, tutti guidati dall?enigmatica e carismatica sara. come sono finiti li? sono soddisfatti dei ruoli che gli sono stati assegnati? e cosa succede quando compare un estraneo che, inizialmente attratto dal loro stile di vita alternativo, non puo fare a meno di mettere in subbuglio le cose?

no, questo non e necessariamente un saggio pro-trump, pro-musk, pro-milei, pro-netanyahu. anzi: l?autore non nasconde le sue perplessita, ne gli piace sempre il linguaggio usato da donald trump, o la sua maggiore propensione alla battaglia che al sorriso. e tuttavia, come leggerete capitolo dopo capitolo, capezzone non puo certo negare robusti (e differenti) motivi di simpatia per lui e per gli altri tre personaggioni che campeggiano in copertina. si tratta dunque (sfacciatamente, programmaticamente, volutamente) di un libro anti-anti-trump, cioe contro gli oppositori pregiudiziali, ossessivi, assatanati, dell?attuale inquilino della casa bianca. e lo stesso vale per gli altrettanto invasati nemici di musk, di milei, di netanyahu. in genere sono i medesimi soggetti che - senza un grammo di dubbio ne un briciolo di ironia - si impancavano stentorei a dichiarare che il povero joe biden era "lucidissimo": pure quando stringeva mani inesistenti, o salutava amici immaginari, o si perdeva nei prati. proprio su questo, allora, occorre riflettere: perche a sinistra ci sia sempre bisogno di un nemico da abbattere, e perche a destra serva forse un sovrappiu di attenzione verso gli amici da scegliere. al di la della lite musk-trump, loro due e milei, e su un piano diverso lo stesso netanyahu, incarnano - ciascuno a modo proprio - un nostro desiderio: quello di una nuova epica, una dimensione di racconto forte e capace di ispirare, di appassionare. anche di dividere, certamente. ma non di annoiare. chi vorra batterli non dovra essere da meno, in termini di racconto e di mito.

libro dell`anno per nyt, new yorker, vogue, esquire, time, npr, wall street journal. un uomo si sforza di diventare femminista ma scivola nel nichilismo. una donna insegue invano l`amore per un mitomane ossessionato dall`ottimizzazione. un ragazzo inventa fantasie sessuali tanto grottesche da impedirgli ogni vero contatto umano. una persona ordisce una colossale teoria del complotto per vendicarsi di tutti quelli che hanno provato a incasellarla. una banda di perdigiorno in rete dedica anni a ricostruire, o forse a inventare, le sue tracce. i personaggi di rifiuto, il celebratissimo romanzo di tony tulathimutte, sono uno specchio deformante dei modi in cui il mondo digitale ha influenzato le emozioni, le idee, la vita di due generazioni. si conoscono sulle app, si innamorano sui social network, si ignorano nelle chat, cercano disperatamente di scoprire chi sono in un mondo in cui l`identita e una merce apprezzatissima ma anche una maschera cucita indissolubilmente sulla propria carne. tutti sono alla disperata ricerca di una verita che la stessa dimensione smaterializzata della loro esistenza sembra rendere inaccessibile. attraverso le loro storie tulathimutte traccia un affresco amaro e brillante della vita digitale nel ventunesimo secolo.