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asya e manu hanno lasciato i loro paesi e le famiglie d?origine e raggiunto una grande citta. una condizione oggi comune alla gioventu, alla ricerca di un proprio posto nel mondo e attratta dall?idea di ridefinire liberamente la propria esistenza, senza gli usi e i costumi delle generazioni precedenti. come coloro che non hanno radici nel luogo in cui vivono, asya, documentarista, e manu, impegnato in un ente non-profit, sono sedotti dalla citta che li ospita, frequentano caffe e case di amici, si immergono nella cultura locale con lo sguardo curioso e interrogativo di antropologi, affascinati dalle abitudini e dai comportamenti altrui e con il desiderio di comprendere come trovare bellezza e felicita nella precarieta della loro esistenza. lontani, giungono gli echi delle vicende dei familiari, i genitori che invecchiano, i nonni che si ammalano, i nipoti che crescono. con una scrittura che penetra magistralmente nei dettagli della vita quotidiana, aysegul savas descrive la giovane coppia in un momento cruciale: quello in cui si tratta di diventare adulti, affrontare la vita coniugale e mettere radici. come farlo senza perdere il legame con le tradizioni da cui entrambi provengono? come diventare una famiglia senza rinunciare agli amici con cui si e condivisa la giovinezza e l?intensa frequentazione della citta? esplorazione intima della migrazione culturale, della vulnerabilita umana e della tensione tra cio che ci lasciamo alle spalle e cio che scegliamo di portare con noi, gli antropologi illumina la condizione dell?amore nell?epoca in cui il cosmopolitismo e ancora nella terra di mezzo della fine del vecchio mondo e dei primi vagiti del nuovo.

il 25 ottobre 2023, dopo tre settimane di devastanti bombardamenti su gaza, omar el akkad pubblica in rete queste parole: "un giorno, quando sara sicuro, quando non ci sara alcun rischio personale nel chiamare le cose con il loro nome, quando sara troppo tardi per ritenere qualcuno responsabile, tutti diranno di essere stati contro". il post viene visualizzato piu di dieci milioni di volte. la sua veemente denuncia dell?ipocrisia dell?occidente dinanzi al genocidio di gaza, del tradimento della sua promessa di liberta e giustizia per tutti, suscita un?eco enorme. un giorno tutti diranno di essere stati contro, il libro che el akkad decide poi di scrivere dopo la morte di migliaia di donne e bambini nella striscia, e la cronaca di quella promessa tradita, il resoconto della fine dell?idea che regole e principi, le "verita manifeste" della democrazia occidentale, servano davvero a combattere il male e non a preservare il potere. se il male, infatti, non e semplicemente muovere guerra contro un nemico, ma annientare un popolo intero riducendolo a nuda vita priva di ogni dignita e pieta umane, gaza e oggi uno dei nomi per designare il suo irrompere nel mondo, il nome di un genocidio imperdonabile sotto ogni riguardo. disgusto o rabbia dinanzi a un simile evento non hanno senso in questo libro crudo, doloroso e vulnerabile, nutrito dalla certezza che vi saranno sempre esseri umani ritenuti non degni della promessa di liberta, non soltanto arabi o musulmani o immigrati, ma chiunque non rientri nella terra del privilegio chiamata occidente. nelle sue pagine, l?unica possibile risposta sta in una rottura totale con il credo dell?occidente. la stessa rottura che risuona in ogni parte del pianeta, nelle strade delle grandi citta, nei campus universitari, nelle scuole. e che, nella scrittura lucida di el akkad, capace di mescolare racconti toccanti con spietate considerazioni sul linguaggio dei media, trova la sua piu formidabile eco.

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