pietroburgo, 1905. la citta` e` sconvolta dalla tempesta sociale, si moltiplicano i comizi, gli scioperi, gli attentati. il giovane nikolaj apollonovic, che si e` incautamente legato a un gruppo rivoluzionario, entra in contatto con dudkin, nevrotico terrorista nietzscheano, il quale gli affida una minuscola bomba. e il provocatore lippancenko, doppiogiochista al servizio della polizia zarista e al contempo dei rivoluzionari, gli rivela qual e` il suo compito: dovra` far saltare in aria il senatore apollon apollonovic, abietto campione dell`assurdita` burocratica. suo padre. e intorno a questo rovente nucleo narrativo che si snodano le vicende surreali e grottesche di "pietroburgo", unanimemente considerato il capolavoro romanzesco del simbolismo russo. dove la vera protagonista e` tuttavia la "palmira del nord": una pietroburgo maestosa e geometrica solo all`apparenza, edificata su un labile terreno palustre i cui miasmi sgretolano le possenti architetture, le cui brume sfaldano e decompongono ogni comparsa che striscia lungo i vicoli fiocamente illuminati, tra bettole ammuffite e palazzi scrostati. i sommovimenti di inizio secolo, preludio di future tragedie, l`ululato del vento che si incanala lungo le gole del libro, il demoniaco colore giallo dei comizi gremiti di una folla in trance: ogni cosa e` in preda a una malefica possessione, che belyj filtra attraverso la lanterna magica delle immagini. |