"l`unica donna di genio che abbia mai incontrato" affermo`, perentoria, coco chanel (la quale volle occuparsi personalmente della sua toilette mortuaria). del resto, era stata proprio misia a intuire nella taciturna modista di provincia un diamante allo stato grezzo - giacche` era appunto questo il suo grande talento: fiutare il talento negli altri. fu cosi` che la "bella pantera imperiosa e sanguinaria" (euge`ne morand), con il suo "viso dolce e crudele di gatta rosa" (jean cocteau), accompagno` e protesse (per poi, a volte, disfarsene con noncuranza) pittori, musicisti, scenografi, ballerini e coreografi negli anni leggendari dell`avanguardia parigina, quando le scoperte dell`arte erano anche eventi mondani e gli eventi mondani lanciavano un nuovo stile di vita. di quell`epoca misia fu l`incontrastata sovrana: mallarme` le dedico` un ventaglio, renoir la pregava di scoprire un po` il seno mentre la dipingeva (ma lei si fece ritrarre nuda solo da bonnard: per ripicca nei confronti del secondo marito che la tradiva con una giovane attrice), diaghilev (da lei definito "domatore e mago") ricorreva tempestosamente al suo aiuto, proust rispondeva ai suoi rimproveri, e ravel le dedico` "le cygne" e "la valse". come ha scritto mario praz, per lei la vita "era essenzialmente liberta`, eterno fluire, divino imprevisto". queste memorie sono il romanzo di un`esistenza cosmopolita, piena di amori e di furori, e l`evocazione di un`epoca che ha acquistato i tratti del favoloso. saggio di claude arnaud. |