"quel che conta, in questo capolavoro comico-satirico, e` la forma con cui tanpinar prova a maneggiare il tempo, l`attrezzo con cui entra dentro la gabbia delle tigri: un orologio. il che e` un paradosso, o un`apparente contraddizione: tanpinar tenta di lasciare che il tempo soffi libero il suo sinistro vento abissale, e pero` per farlo non trova nient`altro di meglio che raccontare come per tutta la vita abbia tentato viceversa proprio di chiuderlo in sacchetti, creando persino un`istituzione apposita. `l`istituto per la regolazione degli orologi` mette in scena proprio questo fallimento, nella dialettica, tipicamente novecentesca tra il caos del mondo e un tentativo da parte del romanzo di trovargli un qualche ordine. il mondo infuria, la vita si dipana in troppe linee perche` se ne possa scegliere - comunque arbitrariamente - una da raccontare e dare per buona. per questo il romanzo usa le parole, perche` alla stregua di quei sacchetti di tempo che sono gli orologi, danno l`illusione che l`abisso si possa dire, il tempo calcolare, lo spazio si possa misurare". (dalla prefazione di andrea bajani) |