"c`e` chi va dallo psicologo, chi al poligono a sparare, chi scrive sulla bacheca di salvini. e poi c`e` chi, per ordinare i propri pensieri, parte." e quello che ha fatto andrea scanzi in questi ultimi densissimi mesi, attraversando da nord a sud un paese in crisi d`identita`, privo di direzione politica, in balia di qualsiasi pulsione autoconservativa. per raccontarne da vicino luoghi e persone, che sono per lui il vero baluardo di resistenza e utopia. "tornano i luoghi nascosti, sospesi fuori dal tempo e affascinanti nella loro apparente clandestinita`, come certi lati b dei vecchi 45 giri. tornano i paesaggi a strapiombo, con l`abisso giusto sotto, per ricordarci quanto sia tutto dannatamente labile. la tavola, la convivialita`. il ricordo di chi non c`e` piu`. torna la ribellione. torna la natura incontaminata, o quel che ne resta. e torna spesso la purezza meravigliosamente amorale degli animali, col loro sguardo sempre interrogativo sul mondo. un po` come dovrebbe essere il nostro." a volte la scintilla che fa nascere un racconto e` un paesaggio, a volte una persona; il mare di fano riporta la mente all`infanzia, un viticoltore veneto diventa il drugo del grande lebowski, un canguro wallaby sull`isola dei cipressi ci fa riflettere sulla condizione umana. dalla bellezza di un tramonto ragusano arriviamo alle langhe di fenoglio, dalla romagna di marco pantani a eric fletcher, padre di roger waters, morto in italia durante la seconda guerra mondiale. in questo libro geniale e pungente, tra diario di bordo, commento politico e satira di costume, scanzi trae spunto dal materiale raccolto nei suoi viaggi per dipingere un ritratto corale - e in tempo reale - dell`italia di oggi, della sua provincia, dei suoi cliche`, del sogno di una vera ripartenza. |