"chi conosce le sculture di fausto melotti ricorda un loro timbro aereo, penetrante, una loro qualita` di articolazione musicale che le rende immuni e selvatiche rispetto al circostante, ma con gesto di delicata civilta`, quasi il fermo e dolcissimo diniego di un mandarino cinese. altre linee, tracciate dalla stessa mano, con la stessa minima e precisa pressione delle dita, trovera` il lettore in questo libro. linee tipografiche, dove melotti si presenta dietro l`apparenza di "un note-book, di uno zibaldone d`artista che raccoglie riflessioni, ricordi, moralita`, poesie, agudezas, considerazioni tecniche". ma anche qui melotti fa agire innanzitutto il suo grande senso formale. sa che il linguaggio serve a ben altro che a trasmettere opinioni, cosi` lo aggira, lo torce con sottile grazia, ritrova nella freccia dell`ironia, in un imprevisto lampo lirico, in un guizzante giudizio, quello stesso timbro, quella stessa levita`, quella capacita` di far respirare il vuoto dietro e tra le linee che hanno fatto della sua opera di artista una di quelle che tranquillamente e felicemente navigheranno nel tempo." (prefazione di giorgio zampa) |