trentatre` anni fa, si apriva la seconda repubblica. eravamo tutti li` a festeggiare la fine, insieme al sistema proporzionale, di un lungo periodo di politica asfittica e corrotta. credevamo di entrare in una nuova era di modernita` e dinamismo, ma le cose non sono andate come speravamo. in questi trent`anni tutti gli indicatori economici, sociali, culturali italiani sono peggiorati rispetto ai grandi paesi europei. il numero di cittadini che votano e partecipano alla vita politica si e` ridotto drasticamente. nessuna riforma incisiva e` stata varata. i salari reali italiani hanno perso il due per cento contro un aumento superiore al trenta per cento in francia e germania. abbiamo letteralmente buttato trent`anni - lo dicono i numeri e le tendenze, che non sono ne` di destra, ne` di sinistra - e continuiamo a perdere tempo in una battaglia tribale che nulla ha a che vedere con il senso piu` alto della politica. in questo vuoto ultradecennale di governo, i protagonisti del dibattito pubblico hanno preso la forma di "poteri storti": l`occupazione della rai e dei giornali, la scomparsa della forza di rappresentanza dei sindacati e di confindustria, le influenti signorie locali dei governatori regionali, l`ego smisurato di leader politici che si circondano di circoli magici e guardano al loro particolare piu` che al bene dell`italia. la seconda repubblica ha mostrato tutti i suoi limiti, ora e` tempo di un nuovo patto per riformare il paese, che non potra` essere un lavoro di parte, ma un percorso unificante nello spirito repubblicano dettato dalla costituzione. nella nostra carta, c`e` tutto quello che occorre per uscire dall`impasse italiana - identita` nazionale, diritti civili, doveri civici, strumenti per aggiornare l`ordinamento dello stato -, tocca a noi, ora, avere il coraggio di cambiare. |