











cayetano brule`, " detective cubano, statunitense e cileno in parti uguali", ha un nuovo caso per le mani. l`ha assoldato carlos kustermann, un ricco industriale e proprietario terriero di origine tedesca. il suo unico figlio cristian, proprietario di pizzeria a renaca, e` stato ucciso quattro mesi prima nel suo locale. forse una banale rapina, forse una storia di droga o di donne, ma la polizia non riesce a trovare i colpevoli. cayetano brule` inizia a indagare sul passato di cristian, e soprattutto sui dieci anni che ha passato lontano dal cile, passando dall`america latina delle giunte militari e dei nuclei armati alla germania, dove nei gruppuscoli di destra e di sinistra pullulano gli infiltrati, e a cuba, dove si addestravano i guerriglieri.










anche per chi abbia familiarita` col suo universo visivo - disseminato di figure, paesaggi, oggetti, e disegni dentro disegni dentro disegni - lo sguardo di tullio pericoli non e` facile da ricostruire. almeno fino a quando non si coglie un dato essenziale e singolarissimo, e cioe` che a guidare quello sguardo non e` soltanto l`occhio, ma un organo piu` irrequieto e nervoso, che si lascia dirigere solo fino a un certo punto, e da li` in poi asseconda, prima di tutto, i propri imprevedibili talenti: la mano. in questa conversazione con domenico rosa, pericoli ne parla per la prima volta apertamente, con il gusto e spesso la sorpresa di scoprire via via, insieme a chi ascolta e poi a chi legge, i meccanismi e gli incantesimi del proprio lavoro: sciogliendone vari enigmi, e avvicinandoci, nel modo piu` attraente, a quella singolare "sapienza" che e` nella mano.










