


jack madigan e` un uomo fortunato. figlio di una leggenda del rock e di una groupie, ha ereditato dai suoi genitori un carattere "speciale", la possibilita` di vivere senza lavorare grazie ai diritti d`autore delle canzoni di suo padre e una casa gigantesca, dove vive con il figlio adolescente e un gatto. certo, sua moglie lo ha lasciato e adesso vuole risposarsi con un deficiente, suo figlio si vergogna di lui e si rifiuta di portare a casa la fidanzatina... perche` si`, insomma, jack e` fatto a modo suo. di rendersi simpatico non gli importa niente, ne` di uscire. del resto anche cosi` le distrazioni non gli mancano, specialmente da quando la banca ha deciso di sospendergli il credito e mettere in vendita la casa. da quel momento e` tutto un viavai di periti appostati dietro le finestre per scattare foto segrete e agenti immobiliari molto carine ma logorroiche. e in tutto questo arriva una nuova ospite fissa, lucinda. e la bambina dei vicini, che si infila in un buco nel muro e sbuca in soggiorno per venire a raccontargli del suo cane immaginario e di come e` bello pattinare sul ghiaccio. e chissa` che non riesca, proprio lei, a sostenere il burbero jack nei suoi primi passi...

il meglio dei due libri di cristiano militello, rimixato e arricchito di nuovi spunti e materiali: le classifiche degli slogan piu` divertenti, piu` cattivi, piu` intelligenti, curate dall`autore, e gli indici analitici per squadre e personaggi. due bestseller kowalski diventano un "tascabilone" dedicato a chi non conosce ancora i libri di militello, a chi ne ha gia` uno e vuole completare la collezione, a chi cerca una strenna.

"spesso mi chiedono cosa abbia significato per me aver conosciuto gaber, o cosa mi manchi del signor g. e io non so cosa rispondere. perche` gaber per me era, come per tutti i figli e piu` che ogni altra cosa, mio papa`. il papa` bellissimo che mi accompagnava a scuola, la persona con cui ho giocato, dialogato, discusso, imparato a vivere. ho lavorato con lui, vero. ma anche in quel caso restava, soprattutto, mio padre. di lui mi manca tutto, e parlarne non e` facile. c`e` imbarazzo. pero` non posso fare a meno di battermi per la sua memoria, visto che ci ha lasciato un`eredita` sterminata di opere belle e attuali, di idee che impongono un esercizio permanente del pensiero. nulla di mio padre era facile. non era facile guardarlo, con quella sua espressione quasi impossibile da decifrare. non era facile ascoltarlo ne` capirlo. e non perche` facesse ricorso a un linguaggio inaccessibile: era un uomo piacevole e divertente. pero` confrontarsi con lui imponeva, impone, onesta` intellettuale; la scelta di preferirsi persona piuttosto che maschera. e non e` mai facile accettare chi ci mette di fronte alle nostre finzioni, trasformandosi in uno specchio capace di mostrare esattamente chi e come siamo dentro." (dalia gaber)
