
il testo propone la lettura analitica e l`ascolto critico di dieci composizioni emblematiche, tali da tracciare un percorso esegetico tanto esteso e variegato quanto necessariamente trasversale: dall`universo remoto dei trovatori medievali (bernart de ventadorn) a quello contemporaneo dei cantautori "popular" (paul mccartney, chico buarque, paolo conte), passando attraverso il canto polifonico rinascimentale (guillaume dufray e cipriano de rore), il lamento rappresentativo e la cantata (monteverdi e handel), il lied romantico tedesco (schubert) e il song americano del primo novecento (gershwin).

definito dalla critica "il piu` divertente libro di cinema che sia mai stato scritto", questo lunghissimo dialogo tra i due grandi registi si svolge in un`appassionante interrogazione sull`arte cinematografica, sul suo linguaggio, la sua strategia, le leggi che presiedono al montaggio, al taglio delle inquadrature, al succedersi delle sequenze, alla tecnica narrativa. un discorso in apparenza semplice, interamente affidato alla consapevolezza artigianale del "fare", tra le cui righe si staglia la precisa coscienza, in entrambi, di possedere strumenti speciali, di potere collocare il proprio lavoro al di fuori dell`"impero del verosimile", in territori governati da altre leggi, dove intere generazioni di spettatori e cineasti li hanno seguiti imparando ad amare il cinema.








"la gentilezza del volto" o "la gentilezza del tocco"? quale la frase giusta? e` il problema che si trova ad affrontare un correttore di bozze a proposito di un articolo su una pianista. il "tocco" sarebbe piu` conseguente, ma il "volto" suggerisce scenari d`amore e d`azione da cui il nostro correttore si lascia sedurre. ma cosa, se non il dire, ci seduce? seduzione mortificata in "nessuno" dove un giovane si chiudera` sempre piu` in se stesso fino a che una parola, un gesto non lo restitueranno alla vita con gli altri e alla propria. se la scelta di pubblicare una sceneggiatura obbedisce al criterio di offrire ulteriori materiali alla riflessione di registi e lettori, per calogero valgono ragioni diverse: quelle che derivano dalla centralita` della parola.

questo libro affronta per la prima volta la storia complessiva del "beneficio di cristo", unanimemente considerato il testo capitale della riforma italiana, menzionato in moltissimi processi per eresia dal veneto alla sicilia e oggetto di una caccia spietata da parte del sant`ufficio romano, al punto che solo a meta` ottocento si scopri` l`unica copia superstite della prima edizione. oltre a coglierne le molteplici assonanze con numerosi filoni eterodossi della cultura europea del primo cinquecento, la ricerca contestualizza la redazione e ricezione del testo in un ampio quadro politico europeo, tra speranze di riforma della chiesa, illusioni di pacificazione religiosa e di accordo con i protestanti, continui conflitti tra papa paolo iii farnese e l`imperatore carlo v. lo studio di firpo e alonge affronta, sulla base di una documentazione nuova, il controverso problema di chi fu l`autore di quelle pagine e ne colloca la redazione sul crinale di eventi decisivi della storia religiosa e politica degli anni che fecero da sfondo alle prime convocazioni del concilio di trento. ne emergono i caratteri peculiari dell`eresia italiana, la sua originalita` e le sue contraddizioni, nonche` gli aspri conflitti che divisero i vertici della chiesa su come affrontare la drammatica crisi scaturita dalla protesta di lutero e sulle sue diramazioni anche al di qua delle alpi.

