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due sposini in luna di miele si svegliano presto, fanno l`amore e si abbracciano in attesa di uno spettacolo indimenticabile... un seducente artista dell`imbroglio incappa in un affare che promette molti soldi facili... un venditore di case-mobili sta per fare un contratto da favola, soprattutto alla luce di un imminente disastro... un ex-studente in legge si appresta a dare la caccia a una vipera del gabon...

milano, primi anni del duemila. una ragazza viene trovata uccisa, nel suo appartamento, con un dente di narvalo. in una calda giornata d`estate, un vecchio criminale torna nel suo quartiere d`origine, il ticinese, dopo aver scontato trent`anni in una prigione americana. la morte del giovane amico di un ragazzo cieco da` avvio a una vicenda che riserva una micidiale sorpresa. tutte e tre le vicende vedono alla guida delle indagini l`ispettore francesco bagni, immerso nel dramma di una citta` irriconoscibile e cambiata per sempre.

jet-lag significa la coscienza del mondo e allo stesso tempo la non corrispondenza tra i temi dell`esperienza e i tempi veloci di spostamento. viaggiare e` oggi diventato piu` rischioso e soprattutto piu` fastidioso. i cento disturbi che assediano il viaggiatore contemporaneo vanno dal mal d`aereo alle punture d`insetti, alla paura dei dirottamenti ai rischi piu` propriamente culturali; shock di ambientamento, incontro con lingue e mentalita` differenti.

"nelle catacombe e` rimasto a lungo, seguito da pochi lettori: che pero` si chiamavano caproni, luzi, soprattutto giudici. (...) la sua e` una poesia tutta interiore, di meditazione critica sull`esistenza, fra gli istmi e le chiuse in cui si muove, alla ricerca di un passaggio stretto, illuminato da una intermittente luce religiosa. ma non poesia solipsistica, da compiacimento ombelicale. l`interiorita` e` suggerita, secondo il grande modello di caproni, dalle presenze esterne, oggetti, figure, paesaggi" (giorgio calcagno, "la stampa-ttl").

l`ultimo viaggio di simone martini, da avignone alla natia siena, ma anche un viaggio alla riscoperta del mondo, un percorso di purificazione, iniziatico e sapienziale. un itinerario della mente che riesce a cogliere insieme il minuscolo seme che genera la vita e l`insondabile maesta` del cosmo, lo scorrere del tempo e la vertigine dell`eternita`.

"verbale" e` il rendiconto di una nuova tappa verso quella sua laica "noche oscura" dove principio e fine (agostinianamente) s`incontrano e si confondono, in un reciproco scambio di ruoli e di identita` e a dispetto di ogni tentazione consolatoria. ranchetti esorcizza ogni atteggiamento retorico (l`invocarla come il temerla) verso quella nostra finale e fatale me`ta che un grande etnologo come ernesto de martino definiva "crisi della presenza". e del resto "io come il ragno tesse/ la sua tela traendola/ da se` da se` ed essa/ e` per lui nido territorio e arma e per altri morte/ cosi` cio` che da me/ proviene e` solo/ altra forma del corpo/ e della mente nella crescita/ del puro delirio".

siamo noi la "gente di corsa" alla quale tiziano rossi ha dedicato questo suo libro ricco di risonanze interne, con accordi ed echi quasi musicali. per ogni pagina due quartine appaiate, dedicate ciascuna a una persona, identificata con una iniziale (i bambini che popolano la prima e l`ultima sezione, che vale come nuovo inizio), un nome (i giovani) o un cognome (gli adulti e gli anziani). una scheggia di vita, un`emozione colta al volo, un`immagine rubata con la coda dell`occhio, in cui e` possibile afferrare il riflesso di un`intera esistenza.

"sovente congiunge con i fili delle parole due poli opposti e simmetrici dell`essere e li fa reagire tra loro attraverso tre lingue diverse, ma sorelle, che si rincorrono e s`insinuano l`una nell`altra: il latino, alma mater di tutto quello che noi siamo; l`italiano, ormai prossimo, come il latino, a diventare lingua morta (ma i poeti, diceva pascoli, sono sempre poeti di lingua morta); il dialetto di cuma, lingua del grembo e del nido (di , dice sovente), sulfureo e come la terra in cui vive il poeta." (giuseppe leonelli)

che la civilta degli aztechi, per certi aspetti molto avanzata, possa essere stata distrutta da poche centinaia di spagnoli, puo sembrare tuttora inspiegabile. in quest?opera monumentale prescott ricostruisce le fasi della conquista con sfoggio di erudizione e altissime capacita narrative: l?inarrestabile avanzata di cortes, il tragico destino delle popolazioni indigene e degli sventurati imperatori aztechi, sono qui protagonisti di uno degli eventi piu drammatici e inquietanti della nostra storia.

viva e fascinosa ricostruzione delle vicende, nel 1918, del leggendario reggimento russo preobrazenskij, sperduto nel gelo della siberia alla ricerca dello zar nicola ii prigioniero dei bolscevichi, (premio selezione campiello, premio bergamo, premio hemingway, premio maria cristina, tradotto in 12 lingue) fu accolto al suo apparire, nel 1985, come un`autentica rivelazione, non priva di valore profetico in quanto anticipatore della caduta del regime sovietico in russia di li` a pochi anni. la critica piu` attenta vi riconobbe un talento che non esito` a inserire nella linea fantastico-visionaria della nostra narrativa, quella meno frequentata dal romanzo italiano.

la prima cantonata che distruggo e` quella fissazione in base alla quale giuseppe il fosse per mozart mecenate e protettore invece che l`autore della sua rovina sociale. un lettore quale alberto martioli l`ha subito riconosciuto, in queste pagine, "vittima del demente progressismo radical chic dell`imperatore uscito da una famiglia di mediocri come gli absburgo". seconda cantonata che don giovanni fosse un anticipo romantico d`amore e morte, mentre si rivela un segretissimo plagio di lorenzo da ponte. la terza cantonata e` il cumulo di menzogne e spazzature accumulate in due secoli sulla clemenza di tito. l`ultima cantonata e` colossale e riguarda il cumulo di menzogne e sconcezze sul requiem.

l`aspetto piu` evidente dell`esperienza poetica di bandini e` la costante e libera ricerca di una personale lingua poetica: dall`italiano di sonetti e canzoni al latino al dialetto materno. e tuttavia questa poesia, con il suo tessuto misurato e preciso, in apparenza semplice e piano ma in realta` sofisticatissimo nell`intreccio di toni e ritmi, non e` riducibile a un esperimento formalistico o a un ripiegamento arcadico. costantemente sottesa dalla consapevolezza della fine di un`epoca, e forse di un evo, essa appare venata di nostalgia e insieme animata dall`attesa di un futuro incommensurabile.

diviso in tre sezioni d`ineguale lunghezza, il libro testimonia ancora su cio` che il poeta sente come il dono piu` alto dell`esperienza: la magia della luce, l`amore, la meraviglia delle cose cangianti e di quelle che resistono al tempo; ma ci parla anche nuovamente, di male, d`insonnia, di esilio, d`inferno e di morte. mentre nel testo finale, il poeta chiede tristemente e coraggiosamente congedo ai suoi lettori, la poesia d`apertura li richiama a cio` che dura e durera` sempre, attraverso e oltre tutti i dubbi e i dolori: la vita.

un mystery, una storia d`amore, una grande rievocazione storica: nella sua opera piu` ambiziosa e acclamata, ken follett tocca una dimensione epica, trasportandoci nell`inghilterra medievale al tempo della costruzione di una cattedrale gotica. intreccio, azione e passioni si sviluppano cosi` sullo sfondo di un`era ricca di intrighi e cospirazioni, pericoli e minacce, guerre civili, carestie, conflitti religiosi e lotte per la successione al trono. con la stessa suspense che caratterizza tutti i suoi thriller, follett ricrea un`epoca scomparsa e affascinante. foreste, castelli e monasteri sono l`avvolgente paesaggio, mosso dai ritmi della vita quotidiana e dalla pressione di eventi storici e naturali entro il quale per circa quarant`anni si confrontano e si scontrano le segrete aspirazioni e i sentimenti dei protagonisti - monaci, mercanti, artigiani, nobili, fanciulle misteriose -, vittime o pedine di avvenimenti che ne segnano i destini e rimettono continuamente in discussione la costruzione della cattedrale.

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