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dopo i devastanti attentati terroristici dell`11 settembre al world trade center e al pentagono, l`identita` della nazione americana dimostra tutta la sua forza positiva. occidente e oriente vivono insieme nei quartieri delle citta` americane, e certamente in molti altri stati del globo: non ci sono confini geografici definibili dentro i quali contenere l`altro. negli usa le diversita` condividono gli stessi spazi e gli stessi simboli politici e questa consapevolezza non puo` non stupire positivamente.

il presente volume ripropone un saggio uscito vent`anni fa, approfittando della ricorrenza dei 150 anni dalla nascita di d`annunzio, costruito sull`intento di rivendicare l`importanza del tutto primaria che narrativa e teatro hanno avuto nell`opera del vate, non secondari alla produzione in versi. una vana e inutile disputa tra i vari generi si supera riconoscendo che c`e` in lui una emissione primaria non ancora caratterizzata nell`un senso o nell`altro. all`inizio di tutto si riscontra una indifferenziata onda energetica, quasi il big bang dell`astrofisica, che d`annunzio e` pronto a modulare a seconda dell`estro e delle esigenze del momento, salvo poi rituffarsi, come atto finale, nel notturno, ritrovando lo scorrimento omogeneo e lineare di partenza. in secondo luogo, il ricorso smodato di d`annunzio al piacere dei sensi e agli amori a ripetizione va collegato al grande insegnamento freudiano che ci invita a recuperare cariche energetiche dal polo dell`eros, fonte continua di innovazione e di creativita`. infine, anche l`ostinato impegno dannunziano sui temi della politica ha consonanze del tutto attuali, perfino interpretabili in termini positivi, come ha dimostrato l`impresa fiumana, un`operazione non certo priva di ambiguita` e di ombre, in cui pero` la migliore critica recente ha intravisto un presentimento della successiva rivoluzione del 1968.

pur attratto dalle "corti del mondo", l`aretino in tutte le sue opere non tralascia mai la satira, l`invettiva piu` rovente contro la stessa vita di corte, rivelandone gli inganni, la servitu`, le miserie, le umiliazioni, le delusioni. in questo ragionamento sono introdotti come interlocutori pietro piccardo e giovanni giustiniano. pietro piccardo e` un vecchio prelato, conoscitore della corte romana, giustiniano un valente cultore di studi umanistici. essi si propongono di distogliere un giovane, francesco coccio, noto per le sue traduzioni dal greco e come poeta lirico, dalla risoluzione di abbandonare gli studi e andare a fare il cortigiano (e ci riescono).

a efeso, pleusicle riesce a liberare filocomasio, una ragazza da lui amata, che era stata rapita da pirgopolinice, un soldato spaccone e vanitoso. con l`aiuto dell`amico periplecomeno e del servo palestrione fa a credere al soldato fanfarone che acroteleuza, una cortigiane che si finge moglie di periplecomeno, si sia invaghita di lui. lusingato dalla conquista, il soldato lascia libera filocomasio. periplecomeno, fingendosi geloso, fa bastonare pirgopolinice dai servi.

la recente apertura degli archivi segreti americani ha sollevato il velo di silenzio steso per cinquant`anni su una pagina della guerra partigiana, essenziale alla comprensione del problema politico della resistenza sulla linea gotica. la consultazione della documentazione finora inesplorata ha consentito di ricomporre la rete degli agenti infiltrati dall`oss (il servizio segreto americano) nell`italia centrale e di documentare l`esistenza fra essi di una catena di agenti comunisti, sia americani sia italiani. sullo sfondo di questa realta` un gruppo di uomini, i patrioti dell`xi zona "pippo", cerco` di opporsi alla politicizzazione integrale della resistenza, creando un`organizzazione prettamente militare.

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