
richard strauss ha osservato che dirigendo il primo tempo della terza di mahler finiva con l`immaginare "interminabili schiere di lavoratori in marcia verso il prater per celebrarvi il primo maggio". e un`idea largamente condivisa che la grande vienna sia stata uno dei cruciali laboratori del novecento. questo studio, che mette assieme la storia, la storia della musica e la musicologia, la storia della cultura e quella sociale, lo riafferma. ma lo riconsidera, guardandolo dalla prospettiva del tentativo da parte della socialdemocrazia e dei teorici dell`austro-marxismo di fare del proletariato l`erede della tradizione musicale viennese e, attraverso questo, erede della cultura classica tedesca. un`utopia intellettuale germinante intorno all`organizzazione dei cosiddetti "concerti sinfonici dei lavoratori viennesi", voluta da david j. bach - responsabile culturale del partito socialdemocratico, figura ancora poco esplorata della grande vienna - il cui obiettivo era quello "di creare con e per il proletariato una tradizione del moderno che avesse "mahler come perno e webern come suo interprete". secondo piero violante quest`esperimento ha subito una censura e una cesura. la cesura e` consistita nel fatto che la sua violenta interruzione ha creato una frattura nella storia dell`interpretazione e della ricezione del canone musicale a datare dall`avvento dell`austrofascismo. da quel momento i "concerti sinfonici dei lavoratori viennesi" sono stati rimossi.

il romanzo, scritto nel 1926 a parigi, segna la rottura dell`autore con sherwood anderson, uno degli scrittori che piu` influenzarono la sua formazione propugnando la ribellione alle regole strutturali della narrativa americana. ma mentre anderson non era riuscito, distrutte le regole, a costruire nelle sue opere alcun disegno coerente, hemingway seppe trovare una nuova tecnica formale. e in questa feroce satira riecheggia grottescamente tutti i piu` tipici motivi andersoniani.

il libro x dell`"istituzione oratoria" contiene una vera e propria storia della letteratura greca e latina e fissa canoni di riferimento destinati a influenzare i secoli a venire. l`xi racchiude un excursus sulle tecniche di memorizzazione: dopo i brevi capitoli dedicati all`argomento da cicerone nel "de oratore", le parole di quintiliano sono la trattazione piu` ampia che possiediamo sull`argomento. al suo interno, un lungo capitolo e` dedicato alla recitazione e, piu` in generale, ai vari aspetti concernenti l`attivita` dell`oratore: il tono della voce, la gestualita`, l`abbigliamento. infine il libro xii riassume le doti del perfetto oratore, che deve essere colto, esperto di filosofia, diritto e storia, eloquente e con una salda morale.


nell`entroterra profondo della valle del douro, nel nord del portogallo, prende vita la saga della famiglia del piccolo jose`, che, una volta adulto, ricompone la storia dei suoi antenati e poi la propria intrecciando i fili dei racconti e degli episodi vissuti come testimone da bambino. gli avi di jose` sono soprattutto gente di campagna che coltiva una terra ribelle con la propria fatica e l`ostinazione di chi ha solo quello per cui battersi, ma fra i suoi parenti ci sono anche personaggi speciali, come il nonno calzolaio, cosi` saggio e rispettato da rimanere nel ricordo di un`intera comunita` per piu` di mezzo secolo; e lo zio scapestrato, che si e` legato a non si sa quante donne, da cui ha avuto non si sa quanti figli; e ancora nonne piene d`energia, zii storpi e caparbie ragazzine che fanno impazzire i genitori. generazione dopo generazione, la famiglia di jose` attraversa il novecento, vivendo sulla propria pelle il distacco dall`era contadina e la trasformazione della societa`, l`impatto con la grande citta`, la guerra, la dittatura, la poverta`, sempre ascoltando in sottofondo il costante richiamo delle origini, della campagna, dove tutto segue ancora regole semplici. ernestina e` dunque un viaggio emozionante, tenero e divertente tra le memorie e le storie di una vita familiare e la descrizione di un mondo rurale quasi scomparso in europa.

"ironica e spiritosa, la poesia di wendy cope ci parla d`amore con grazia e sense of humour: con estrema delicatezza, con struggente partecipazione emotiva, ma senza mai cedere alla tentazione di idealizzarlo. wendy cope ci fornisce non solo dei moderni "remedia amoris" di ovidiana memoria, ma ci insegna che la vita non e` una tragedia, piuttosto un liquore gentile, da gustare serenamente in un angolo di giardino, cullando le "ferite d`amore" al suono dei suoi versi saggi e frizzanti".





