
"diglielo tu, che sei figlio di padroni. se lo dici tu, non ci diranno di no. che ci facciano vedere almeno una volta il giardino" chiedono a toto` i compagni di giochi figli di braccianti, nella sicilia poverissima del primo novecento, dove "niente era gratuito". anni dopo, a rivolgersi a toto` sono tre operai. si sta tracciando una strada fra due comuni vicini e i lavoratori impiegati ricevono una paga misera. "dobbiamo scioperare" gli dicono. "ma che cosa e` uno sciopero, come si sciopera?" si chiede il giovane insegnante. "e allora pensiamo insieme, come se fossimo noi, per primi, a scoprire questa forma di lotta". da quel momento in poi toto` di benedetto non tornera` piu` indietro, e la sua vicenda personale seguira` gli alti e i bassi dell`azione politica dei comunisti sotto il fascismo-prima confinato a ventotene, poi clandestino a milano, infine incarcerato dal regime di badoglio. dopo avere svolto un ruolo di primo piano nella resistenza romana, nell`immediato dopoguerra fa ritorno in una sicilia scossa dalle lotte che mettono in discussione i rapporti sociali propri dell`economia latifondista.

uno scritto polemico sulla riforma moratti, colpevole, secondo l`autore, di aver diminuito i fondi per la ricerca, aumentato il precariato e gettato la didattica nel caos, senza mai pestare i piedi alle baronie dell`universita` piu` gerontocratica dell`occidente. un libro che, oltre ad avanzare proposte alternative, intende lanciare una discussione ampia e articolata e non soltanto interna al mondo universitario.




freud aveva chiamato il proprio metodo "cura parlante", ma come lo si puo` applicare all`infanzia che ancora non parla? come possono essere raggiunti i periodi piu` oscuri della prima evoluzione psichica? le dottrine della klein intendono gettare una nuova luce non solo sulla costituzione e il funzionamento dell`apparato psichico, ma pure su due dei piu` importanti gruppi di malattie mentali, la schizofrenia e la psicosi maniaco-depressiva, per aprire infine nuove prospettive sui fatti artistici e nuove vie alla comprensione dei rapporti sociali.


le piu` significative fiabe reperibili nella vasta area etnografica che si estende dall`india all`irlanda nonche` nel partimonio culturale dei pellerossa.




il piu` anziano, e longevo, dei fratelli goncourt, fu un bulimico collezionista. alla sua morte, la sua casa d`artista, in cui fu probabilmente inventato il moderno arredamento d`interni, ando` all`asta con tutta la collezione, per finanziare il celebre omonimo premio. quest`opera fu scritta come ingegnoso catalogo: ma e` una guida di stanza in stanza, un percorso nella memoria, una meravigliosa autobiografia degli oggetti.

"grand hotel", della austriaca vicki baum, e` stato uno dei primi best seller internazionali. pubblicato in germania nel 1929, presto tradotto in tutta europa, gia` nel 1932 era diventato quel film da oscar (con greta garbo e john barrymore) che oggi ricordiamo meglio del romanzo che ne era all`origine: con la battuta finale -"grand hotel, gente che va, gente che viene" - che volgarizzava la fine del libro: "si entra, si esce... si entra, si esce... si entra, si esce... d`altro canto, e` cosi che e` la vita". difatti e` l`ambientazione - il grand hotel, appunto, in quegli anni simbolo popolare di vita privilegiata e moderna, sogno di massa -, il principale fattore, forse, del grande successo di lettori. "gli hotel offrono opportunita` infinite asserisce la scrittrice monica ali -. ogni ospite potenzialmente ha una storia. altre storie nascono quando gli ospiti interagiscono. basta il ruotare di una porta girevole. "grand hotel", di vicki baum, dimostra questo principio alla perfezione. sei persone si fermano in un albergo e nei successivi cinque giorni le loro vite si intrecciano. il romanzo si muove tra personaggi storie e luoghi diversi e solo il "grand hotel" fa da collante a tutti questi frammenti. un movimento frenetico, che trascina il tragico passato di ciascun personaggio in un`apparente pausa del presente in cui al contrario i destini si compiono.

il racconto giallo e` un genere delicato e difficile. l`estensione breve della storia richiede che da una situazione normalissima sprizzi d`improvviso la sorpresa, come un`esplosione. qui la situazione di normalita`, in cui si mettono alla prova gli svariati investigatori, e` l`estate: precisamente le vacanze d`estate. sperano in una sosta, "senza indagini, senza pericoli, senza misteri". ma il vento caldo li porta lontano, fuori sede e spesso fuori di testa. carlo monterossi, l`eroe di alessandro robecchi, si trova in una posizione insolita per un investigatore benche` divo della televisione, quella del truffato; e cosi` prepara il "contropacco". i vecchietti del barlume, usciti dal talento comico di marco malvaldi, sono in montagna, con la settimana delle poste, e si infilano in una storia di eversione: assurdamente, ma l`assurdo e` la loro dimensione. saverio lamanna, il protagonista dei gialli di gaetano savatteri cosi` vicini alla cronaca siciliana, intuisce una verita` inconfessabile (nel senso piu` proprio del termine) durante un convegno antimafia. rocco schiavone, il triste tenebroso di antonio manzini, scopre un piccolo ributtante intrigo sul volo per le vacanze e rischia di provocare, con l`aria che tira, un grosso guaio. petra delicado, la paladina di verita` e di giustizia venuta dal genio di alicia gime`nez-bartlett, stavolta senza il vice fermin (lo sente al telefono) in un club vacanze, inciampa in un boss, spinta dai bambini del compagno...



l`"orestea", scrive savino nella sua nota storica, e` "un indimenticabile pezzo di maestria teatrale". il fasto architettonico della scena e la sua ricchezza di suggestioni; il saggio impiego dell`ambiguita`, in un dramma di nascosti rancori e sospirate vendette; la lingua poetica che non parla, ma che scolpisce e dipinge, evoca spazi e solitudini immense, addensa emozioni e sentimenti contrastanti; la variazione sapiente del ritmo e l`uso della "suspense", che inceppa l`azione sospesa sull`orlo del gesto, quadro plastico d`orrore teso: ecco gli elementi di questa "maestria". la volonta` degli eroi di eschilo e` un rovello interiore, non piu` un dio che dall`esterno guida e sospinge. il dovere di scegliere e` il polo tragico del suo teatro: colpire o ritrarsi? soffocare o sciogliere la guerra interiore che ci strazia? introduzione di umberto albini.

il settecento aborriva i toni saccenti e pomposi: e con una leggerezza volutamente settecentesca questo libro affronta di quel secolo la storia di attori, cantanti, ballerini e del loro pubblico. con leggerezza e anche con una non velata nostalgia, per un`epoca spiritosa e fiduciosa come fu quella precedente la rivoluzione. protagonista e` il deciso affermarsi di una figura il teatrante - fino a poco prima disprezzata e emarginata, colpita dall`anatema della chiesa e dalla repressione dell`ordine pubblico, poi a poco a poco emergente nelle cronache, nei salotti e nei luoghi che contano, sempre piu` ricca vezzeggiata e influente. naturalmente, la presa dell`attrice e dell`attore sulla societa` avveniva anche sul piano frivolo: si era seguiti e ascoltati, oltre che per la bravura sul palcoscenico, per l`eccentricita` giu` dal palcoscenico, per la quantita` e la qualita` degli amanti, per il tenore della vita e delle spese, per l`ostentazione magnifica del capriccio, per la spregiudicatezza del libertinaggio, per la sottigliezza della battuta feroce. e quindi, il miglior punto d`osservazione della carriera del teatrante in societa` e` quello del "che cosa dice la gente", del pettegolezzo e della fama. cosi` il libro sceglie una serie di inquadrature provenienti dal gossip e dalle cronache dell`epoca: gazzette, fogli clandestini, pamphlet vietati, memorie segrete, relazioni, verbali di polizia, processi, epistolari che restituiscono ral lettore la cosa piu` preziosa di un quadro d`ambiente storico: l`atmosfera.



il volume raccoglie l`intera produzione di giorgio caproni, compreso "res amissa", pubblicato postumo nel 1991. e dunque possibile cogliere nella sua interezza una delle piu` importanti voci poetiche del novecento. il dato essenziale della modernita` di giorgio caproni e` quella sua particolare musica cui si deve la naturalezza con cui il poeta passa, senza mutar tono, dal quotidiano all`astratto, dal colore al disegno, dal colloquiale all`epigrafico, dal domestico al metafisico. temi preferiti da caproni sono il viaggio, la frontiera, le terre di nessuno con i loro paesaggi solitari e le loro rare apparizioni e la caccia, ossessiva, a un`inafferrabile preda. unico rifugio umano e` proprio l`incerto confine tra il vero e l`immaginario, tra il certo e il possibile: anche l`assoluto, se esiste, abita nell`ambiguita`. introduzione di stefano verdino.





per lungo tempo l`occidente ha considerato la modernita` come il trionfo della ragione, al quale non poteva seguire che la distruzione di tradizioni e credenze ritenute "arcaiche". ora questa visione e` messa in crisi dalle richieste di coloro che si sentono emarginati e non riconoscono come loro il mondo moderno: poveri e colonizzati, donne e bambini. ma rovesciando il dominio della ragione e riconoscendo la diversita` assoluta delle varie esperienze si rischierebbe di far germinare il razzismo, l`intolleranza e le guerre di religione. touraine cerca di porre in questo libro le condizioni per una democrazia che non sia solo formale. una democrazia che riconosca l`attivita` della ragione e dei vari soggetti.

"maurice" e` forse il capolavoro di forster e certamente il suo romanzo piu` intimo e commovente, uno squisito esercizio privato di scrittura della verita`. sullo sfondo di una societa` vittoriana rigida ed esclusiva, scoppia tra maurice e clive, compagni di college, una passione complice e innominabile. se per clive la storia d`amore e` destinata a seppellirsi nella , per maurice e` il calvario che conduce a una nuova vita. la tormentosa affermazione della diversita` ha fatto di "maurice" il libro piu` autentico e sofferto di forster: scritto nel 1914, ma tenuto segreto per tutta la vita, autobiografico e ossessivamente rimaneggiato nel corso degli anni, e` la commovente testimonianza cui lo scrittore ha affidato la rivelazione della propria omosessualita`. postfazione di marisa bulgheroni.

nel mondo contemporaneo i nomi di tristano e isotta devono sicuramente parte della loro fama all`opera musicale di wagner, ma la loro vicenda affonda in una sorta di "trama narrativa" che ha preso forma in piu` opere letterarie di epoca medievale. quella di thomas - databile intorno al 1170 - e` chiamata "versione cortese", perche` alle sofferenze degli amanti e` dato un significato, un carattere, che discende appunto dalle concezioni dell`"amor cortese". questo mito dell`amore fatale e` sopravvissuto al mondo medievale grazie anche alle molte rivisitazioni romantiche e non ha ancora cessato di avvincere e affascinare.

da sempre il nome di casanova evoca la figura dell`irresistibile seduttore, del libertino impenitente. ma l`erotismo del personaggio non e` che la manifestazione di una sfrenata energia vitale, di uno spettacolare appetito, di una curiosita` onnivora che ha per oggetto la vita in tutte le sue forme. nel grande libro delle sue memorie ci sono il nomadismo e il gusto dell`avventura, l`amore per il gioco, la sfacciataggine e l`amoralita`, l`insofferenza per ogni disciplina. case di piacere, sale da gioco, teatri, alberghi, palazzi nobiliari sono il palcoscenico delle sue imprese, narrate con vivacita` d`immaginazione in una prosa avvincente. sfruttatore delle altrui debolezze, cinico, beffardo, orgoglioso della propria fortuna e del proprio talento, casanova ci lascia un compiaciuto autoritratto, ma ci consegna anche il testamento spirituale di una societa` e di un`epoca ormai al crepuscolo. introduzione di piergiorgio bellocchio.
questo libro e` un classico nel suo genere, usato in accademie e conservatori, che esplora per il lettore ciascuno degli anelli dell`arte di suonare il pianoforte: i dettagli della tecnica ignoti al profano, con esempi esperienze e ricordi, notazioni di estetica, e grande attenzione verso gli spettatori. non e` pero` solo un manuale tecnico che imposta il delicato equilibrio musica-strumento-esecutore; al contrario, e` un libro degno di essere letto anche dai non pianisti, anche da chi non vuole altro che amare la musica. come suggerisce l`autore - heinrich neuhaus, musicista, critico, ma soprattutto il memorabile maestro di esecutori che hanno cambiato l`arte pianistica in occidente - avrebbe potuto altrettanto bene avere come titolo: sulla comprensione della musica e sulla sua esecuzione. il messaggio fondamentale e` di tipo umanistico: il pianista vero deve prima di tutto capire la musica che esegue, il suo significato, ; e dunque occorrono per questo - accanto e prima dell`abile addestramento delle dita - riflessione, cultura, etica e spirito. come un bravo critico d`arte svela la tecnica del pittore per far entrare chi guarda dentro la piena interpretazione di un dipinto, cosi` neuhaus utilizza le minuzie della tecnica per far entrare chi ascolta dentro la musica, dentro cio` che il genio creatore dei compositori voleva esprimere (o dentro il vuoto della musica quando non e` che ripetitivita`). questo e` il suo scopo: dalla scrittura musicale. egli confessa di credere che ai due poli dell`attivita` intellettuale degli esseri umani vi siano la matematica e la musica. e dunque la comprensione della musica in queste pagine rappresenta lo sforzo da tentare per corrispondere a un piu` universale desiderio di senso.

"il peso dello zaino" e` la naturale integrazione di "centomila gavette di ghiaccio", con il quale costituisce un unico blocco narrativo. chiusa la vicenda del fronte russo con il rimpatrio dei superstiti, gli alpini, ritornati ai loro reparti dopo un mese di licenza, vengono impiegati nel settore di confine verso la jugoslavia: ma incombe su di loro il dramma dell`8 settembre.
