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"prima di ogni altra cosa va detto che queste immagini sono indimenticabili al piu` alto livello dell`arte fotografica. e non e` difficile comprendere perche` il ritrovamento delle lastre fotografiche di colui che era stato sino a quel momento un ignoto fotografo operante a new orleans nei primi anni del secolo costituisca una stupefacente scoperta e un arricchimento della inesauribile storia della fotografia. ottantanove lastre fotografiche in differenti stadi di corrosione, di deterioramento e di disfacimento furono il tesoro che lee friedlander scopri` nella new orleans dei tardi anni cinquanta, e che in seguito acquisto`. quando, nel 1970, una selezione di superbe riproduzioni di quelle lastre, ingegnosamente sviluppate da friedlander, fu pubblicata dal museum of modern art, il libro divenne immediatamente, e legittimamente, un classico. molto, in queste immagini, testimonia il gusto dell`epoca: un`aura da bassifondi; la provenienza pressoche` mitica (storyville); l`aspetto informale, antiartistico, che si accorda con l`anonimia virtuale del fotografo e quella reale delle sue modelle; il loro status di objets trouve`s, come un dono del passato." (dall`introduzione di susan sontag)

"sino ad alcuni decenni or sono si ignorava che l`autore di alice`s adventures in wonderland fosse anche uno straordinario fotografo. solo nel 1949 lo storico della fotografia helmut gernsheim mentre stava lavorando a un libro su julia margaret cameron, trovo` un album contenente centoquindici fotografie di un dilettante dell`epoca vittoriana che, con suo profondo stupore, scopri` essere lewis carroll. alla sua morte, avvenuta nel 1898, il poeta aveva infatti lasciato trentatre` album, dodici dei quali contenenti sue fotografie. circa settecento immagini, di cui solo una parte sono state pubblicate. [...] alcuni pensano che la fotografia fu per lewis carroll soltanto un passatempo, uno svago. ritengo invece che essa gioco` un ruolo essenziale nella sua stessa esistenza. gia` nel suo primo incontro la saluto` come `la nuova meraviglia del mondo`. fu uno dei primi a vedere in essa un mezzo espressivo degno di interesse. una grande affinita` legava del resto il suo universo, popolato di trabocchetti, di giochi di specchi, di magiche trasformazioni, a quello della fotografia. carroll si trovava perfettamente a suo agio nello spazio irreale della camera oscura, dove i raggi luminosi, fissandosi, ricreano le apparenze fuggevoli e impalpabili della realta`. rivelare le immagini latenti, captarle, fissarle per sempre e materializzarle: questo e` il prodigio della fotografia, che lo folgoro` e l`indusse a coltivarla, ad amarla." (dallo scritto di brassai)

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