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. il presente volume, che raccoglie i contributi di noti specialisti nel campo della letteratura per l`infanzia, intende correre questo ?rischio` e affrontare nei suoi molteplici e variegati aspetti quello che si configura come un filone letterario complesso, oggi al centro di una vera e propria ?riscoperta` da parte degli studiosi. l`obiettivo e` duplice: promuovere una riflessione a piu` voci sulle attuali problematiche epistemologiche, pedagogiche e culturali che interessano la disciplina e, nel contempo, fornire un quadro delle piu` recenti e stimolanti prospettive d`indagine che caratterizzano questo settore di studi. il volume si rivolge principalmente a quanti - ricercatori universitari, insegnanti, genitori, educatori e animatori di centri di lettura e di biblioteche giovanili, studenti delle facolta` universitarie di scienze della formazione - sono interessati, a diverso titolo, ai temi dell`editoria e della pubblicistica destinate al mondo dell`infanzia e della gioventu`.

ondaatje conduce il lettore nella ceylon degli anni venti sulle tracce dei ricordi dell`eccentrica nonna lalla, di qualche vecchia fotografia e di un carnet di ballo ingiallito dal tempo. e ci si ritrova cosi` in un`epoca spensierata e gioiosa, tra personaggi usciti dalle pagine di francis scott fitzgerald e paesaggi che ricordano i romanzi di kipling, in mondo lussureggiante di odori e sapori, emozioni e passioni, teatro di sbronze colossali e amori travolgenti.

cristianesimo come religione dell`amore. l`identificazione e` immediata, ma spesso rischia di trasmettere un`immagine edulcorata della fede cristiana, che invece ha a che fare, in modo speciale, anche con la violenza e il male. il priore di bose affronta a viso aperto questo tema leggendo i ?salmi imprecatori`, testi biblici di solito poco frequentati proprio perche` ricchi di immagini di violenza che disturbano la nostra sensibilita` e ci mettono a disagio. una violenza che viene portata davanti a dio come grido di dolore, invocazione di una liberazione, ma anche invettiva. perfino nella preghiera, il grido delle vittime innocenti di fronte al male dilagante e impunito arriva a mettere in questione la stessa bonta` di dio, la sua vicinanza, la sua capacita` di giustizia. l`esperienza del male appartiene ineludibilmente alla vita. la bibbia lo sa bene, e ne parla senza filtri o eufemismi, senza paura di dar voce a tutto l`uomo. e di dargli un senso e una speranza.

la fortuna popolare - cominciata gia` nel trecento - ha finito col rendere dante un`icona, nel senso di un simbolo legato a un immaginario condiviso. il centenario appena celebrato ha dimostrato una volta di piu` quanto sia grande la vitalita` di dante a sette secoli dalla sua morte. ma mai come in queste celebrazioni e` stato chiaro che dante sopravvivra` ancora a lungo anche grazie a quella percezione collettiva che lo ha reso ormai in tutto il mondo una straordinaria icona pop. c`e` il dante emblema della nostra identita` culturale, la cui effigie passa dalle lire agli euro. c`e` l`immagine di dante usata gia` da tempo, non solo in italia, come marchio commerciale e in chiave pubblicitaria. c`e` il dante personaggio che ritorna - fino in america, fino in giappone - nelle trame di libri, film, fumetti, giochi di successo. tutte proiezioni popolari di quell`inarrivabile poeta in grado di cantare con una potenza senza pari l`amore, la morte, la bellezza, l`orrore, la vita terrena e quella ultraterrena.

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