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quella di peter pan e` la storia di un bambino solo per meta` umano che vive nei giardini di kensington tra fate e animali. quando volando andra` a rivedere la sua casa, trovera` la mamma con in braccio un altro bambino, e anche la piccola maimie, incontrata per caso nei giardini, malgrado l`amore mostrato nei suoi confronti, lo lascera` per tornarsene nel mondo reale. eppure peter pan e` felice lo stesso nel suo mondo al di fuori del tempo, dove puo` vivere giocando, dove non invecchia mai. l`eterno fanciullo e` l`emblema di chi non vuole crescere, ecco perche`, a cent`anni dalla sua creazione, piace ancora tanto a grandi e bambini. eta` di lettura: da 10 anni.

un mondo intermedio fra l`organico e l`inorganico, dove la droga, ogni sorta di droga, costituisce il collante universale, e la paranoia, con la sua inclinazione a trovare in tutto, e in primo luogo nella mente dei singoli come della societa`, qualche perverso agente di controllo, costituisce la "lingua franca", l`unica in cui personaggi larvali sono in grado di intendersi.

joseph a. schumpeter (1883-1950) e`, con john m. keynes, uno dei maggiori economisti del novecento. di nascita e formazione austriaca, egli fini` la sua vita negli stati uniti, dopo essere passato per la germania di weimar. uomo politico e banchiere privato prima di dedicarsi definitivamente alla carriera accademica, schumpeter rivive sotto la penna di richard swedberg in questa che, mentre vuole essere la sua biografia intellettuale, fa largo posto agli aspetti personali, a volte tragici e avventurosi, della vita personale. non mancano, in appendice, estratti dal diario privato e addirittura un abbozzo di romanzo.

dalla a di adorno alla v di vittorini, guido davico bonino rievoca gli incontri avuti con alcuni tra i maggiori scrittori e pensatori del nostro tempo. in un ventennio di lavoro per einaudi, dal 1961 al 1978, egli ha avuto modo di incontrarli: a volte ne e` diventato amico e consigliere, a volte ha avuto un contatto fugace, che tuttavia ha portato alla luce un tratto significativo del loro carattere, una piega nascosta della loro personalita`.

in una modesta mansarda della periferia milanese negli anni sessanta uno svagato ragazzo di ventisei anni conduce la sua anomala "bohe`me" alle prese con studi inconcludenti, un grigio lavoro svolto solo per campare e l`unica passione per gli scacchi. fino al giorno in cui un collega piu` anziano, gia` sposato e con un figlio, lo coinvolge in un ambiguo rapporto a tre con la giovane amante, regina. ora offrendosi, ora negandosi, la ragazza in realta` non concede interamente a nessuno dei due ne` il corpo ne` l`anima. romanzo di formazione e della memoria.

in questo saggio atipico, le architetture della mezquita-catedral di cordoba, del ryoanji di kyoto, del potala di lhasa, della moschea di djenne`, del padiglione tedesco a barcellona, del megisti lavra di monte athos, delle torres de la ciudad sate`lite di citta` del messico, del campidoglio di chandigarh, si presentano come interpreti di un dialogo a distanza che si rinnova nel corso della storia alle diverse latitudini. e insieme ai relativi apparati figurativi - pittura, scultura, design e grafica - si confrontano nei diversi contesti urbani e naturali, nei diversi sistemi culturali di riferimento. qui sono riconosciute come : da , riflettono l`attitudine a realizzare artefatti formulati per la rappresentazione, l`immaginazione e persino l`allusione; da , riportano lo statuto artistico alla traduzione dei vincoli di uso-funzione in opportunita`. la selezione e` orientata dalla rilevanza artistica degli impianti iconografici, dalla convergenza tra culture, che pur declinandosi in modo specifico, si influenzano reciprocamente, e dall`attualita` delle tematiche coinvolte. il confronto si produce nel cortocircuito tra studio e viaggio, tra ricerca teorica ed esperienza diretta. allora architetti, artisti, autori, storici e studiosi vengono invitati ad esprimersi con le loro stesse parole; inoltre, a promuovere, come suggerisce vittorio gregotti, le emozioni della , o, come ludwig mies van der rohe, a pretendere l`intensita` degli , ovvero, come bruce chatwin, a frequentare la specificita` dei luoghi durante . di qui dovrebbe - e` l`ipotesi di ricerca - muovere la simpatia, o almeno l`empatia, non solo nei confronti di un singolo apparato figurativo, ma piuttosto nel riconoscimento di e/o che si ritrovano nelle pieghe della comune umanita` alle diverse latitudini. un ritrovarsi che attraverso la curiosita` potrebbe

"un`impacciata studentessa, rivolgendomi una domanda, mi chiamo` `signora auschwitz`. luogo che abitava il mio corpo e che mi sentivo anche addosso, come una camicia di forza sempre piu` stretta, che negli ultimi due anni mi stava letteralmente soffocando, senza che fossi capace di liberarmene." ha inizio cosi` il viaggio nei tormenti dell`anima di una "sopravvissuta", destinata a dibattersi tra i lacci di una memoria cui non si scappa e il desiderio di liberarsi del peso insopportabile di un passato che la inchioda al ruolo di "testimone". obbligata a rendere conto di un orrore che non si lascia raccontare e rinnova il sentimento di una perdita irreparabile, la "sopravvissuta" non puo` andare "oltre" e ritrovare una serena normalita`, e` costretta ogni volta a ricominciare da capo. eppure al destino non si sfugge e "il dono della parola" e` anche il suo eterno tormento. il dovere di non dimenticare si capovolge nella condanna a ricordare e soffrire, e il desiderio di fuga riaccende un insopprimibile senso di colpa. come se il silenzio sottintendesse un vergognoso tradimento. un racconto sul dolore della memoria, sulla distanza che lenisce, sull`indifferenza degli altri, sulla disperazione di fronte all`incredulita`, sull`eroismo necessario per raccontare l`orrore che si e` vissuto.

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