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lezioni italiane raccoglie dieci testi che, proprio per la loro natura pubblica e divulgativa, rivelano al lettore con rigorosa chiarezza l`etica e la poetica del premio nobel portoghese. si tratta di conferenze in cui jose` saramago offre chiavi di lettura inedite, personali e sorprendenti per la comprensione della propria opera, riflette sul ruolo della letteratura e affronta coraggiosamente questioni sociali e temi filosofici e politici tra i piu` delicati e urgenti per la societa` contemporanea. queste pagine di impegno intellettuale e passione civile costituiscono una porta d`accesso privilegiata all`universo di uno dei piu` grandi scrittori contemporanei.

la vita vista attraverso gli occhi di un "idiota", di un "povero di spirito" che nelle fiabe popolari da cui sembra uscito sarebbe chiamato "lo scemo del villaggio". e come nelle fiabe mattis vive con la sorella hege in una casetta ai margini del bosco, alle prese pero` con reali e vani tentativi di rendersi utile, di lavorare come gli altri, di integrarsi in una societa` che, pur circondandolo di un`affettuosa benevolenza contadina, non puo` fare a meno di ridere di lui. ma e` solo nel mondo della logica, delle convenzioni, della razionalita`, che esiste la stupidita` di mattis, capace invece di sentire con immediatezza cio` che sfugge alla comprensione altrui, dal fluttuare della nebbia al battito di un`ala, alle pause e i silenzi che rivelano l`inconsapevole o l`inespresso nei rapporti umani. perche` come in tutti i marginali e i visionari di vesaas, altro e` il suo modo di intendere il mondo, e il suo sguardo di sognatore smarrito gli fa vedere attraverso una lente d`ingrandimento quello che non vedono "i forti e gli intelligenti". gesti impercettibili, incontri, le impronte di una beccaccia, l`invisibile scia luminosa lasciata da un volo d`uccelli sono messaggi cifrati in cui legge presagi di gioia o di dolore. e se cosi` profonda e` in lui la felicita` di un attimo di contemplazione, mattis e` proprio per questo condannato a soffrire, della sofferenza altrui e della propria solitudine, e, come la sua beccaccia, a rimanere vittima dell`implicita violenza della vita.

bui, discendente dei colonizzatori di kjalarnes, e` un ragazzo poco promettente: ribelle e testardo, non vuole saperne di offrire sacrifici agli de`i e, quando e` messo al bando per empieta`, non solo da` fuoco al tempio pagano, ma continua a girare . la semplice frombola che porta legata in vita si rivela pero` un`arma terribile, e bui, grazie anche alle arti arcane della madre adottiva esja, riesce a sottrarsi alle ire dei signori locali e a fuggire in norvegia, dove per aver salva la vita lo aspetta una prova giudicata impossibile: dovra` introdursi nell`introvabile regno di dofri, sovrano dei giganti, e ottenere la sua preziosa scacchiera. stavolta ad aiutarlo e` la figlia di dofri, della quale si innamora. e dopo essersi separato da lei torna carico di onori e ricchezze in islanda, dove si stabilisce come signore della sua contrada di origine. ma qualche anno dopo il destino bussa alla porta: e` il figlio jokull, avuto dalla principessa dei giganti e venuto a reclamare la sua eredita`. esempio di tardomedievale, la storia di bui andri?sson tende a sfumare il passato storico della terra del ghiaccio nel leggendario e nel fantastico, intrecciando i temi classici della colonizzazione d`islanda, della faida e della tensione tra paganesimo e cristianesimo a quelli della `quest` eroica, della sfida impossibile e della lotta contro esseri soprannaturali. e le avventure del figlio di bui narrate nel suo seguito (racconto di jokull buason) virano piu` decisamente verso il fiabesco e l`esotico, tra terre selvagge di groenlandia, temibili orchesse e anelli magici, costruendo un altro pezzetto di quel lungo arco che congiunge la tradizione orale di cui le saghe si nutrirono al gusto del lettore moderno.

in un villaggio sperduto, circondato dai grandi vulcani e dagli infiniti ghiacciai del sud dell`islanda, vive gunnar, giovane ribelle e indolente senza apparenti qualita`, tanto da meritarsi il titolo di . reclutato dal fratello maggiore, prediletto dal padre, per misurarsi alle gare di lotta con la meglio gioventu` della regione, riesce a dare una lezione agli arroganti e sleali figli del potente vicino, diventando futuro bersaglio di temibili vendette, ma guadagnandosi il rispetto degli altri e una nuova coscienza di se`: d`ora in poi prendera` in mano il proprio destino di eroe. imbarcato su una nave mercantile alla volta del mitico nord, nel corso di avventurosi viaggi rivelera` il suo valore uccidendo un orso polare, lottando con giganti e troll, sfidando la collera dello jarl norvegese e duellando con i vichinghi del mar baltico, fino a tornare a casa, uomo saggio, onorato e ricco. ambientata nel x secolo, la "saga di gunnar" traccia un passato eroico per una regione storicamente tra le piu` isolate d`islanda, elevando il protagonista a capostipite delle sue genti. esempio tardo di un genere ormai al tramonto, quello delle , il racconto mescola vaghi ricordi locali, leggende ed elementi fantastici agli stilemi delle favole e delle epiche cavalleresche basso-medievali. libera da riferimenti genealogici e da rimandi al complesso intreccio storico di quei primi secoli, la breve saga si rivela particolarmente godibile per il lettore moderno: appassionante, a tratti divertente, nonche` un perfetto esempio di come gli islandesi, nell`autunno del medioevo, amassero immaginare e celebrare il proprio passato.

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