





un barbiere si sveglia di buon`ora, si alza dal letto, spezza il pane appena sfornato, vi scorge dentro "qualcosa di biancheggiante": un naso. prende cosi` avvio uno dei racconti piu` celebri della letteratura di tutti i tempi, affiancato in questa raccolta da altri quattro, non meno significativi e famosi: ii ritratto, dove un dipinto porta con se`, nel trascorrere degli anni, tutto il male che era nell`animo del personaggio rappresentato; la prospettiva, storia di incontri e di passioni fatali o fugaci sullo sfondo mutevole, e talora inquietante, del nevskij prospekt; ii giornale di impazzo, diario di un uomo solo e del suo precipitare nella follia; il mantello, dramma di un povero impiegato che subisce il furto del cappotto nuovo acquistato avvezzando una vita gia` misera a ulteriori, patetiche restrizioni.










«Concupiscenza libraria» ce lo ha confermato: la recensione, «minimo mostriciattolo», può trasformarsi in una magnifica narrazione che ha come personaggi «le parole di un libro», in letteratura sulla letteratura o, se vogliamo, in uno specifico genere letterario, magari ambiguo, arbitrario, «impuro», persino irresponsabile, ma capace di svelare quell’«immagine segreta», quello «strato sotterraneo» in cui risiede la grandezza di un libro.

da sempre, chi detiene il potere politico cerca di controllare il tempo: c`e` stato chi lo ha fatto modificando il calendario, chi utilizzando gli orologi per controllare la vita dei propri sudditi, chi cambiando il fuso orario al proprio paese. ma, soprattutto, proponendo una propria interpretazione del tempo storico. quale che sia la forma del potere, infatti, una cultura o un regime adottano una concezione del tempo caratterizzata da . ci saranno cosi` alcuni segmenti del passato che vengono sentiti come vicini e intimamente connessi al presente e altri invece come estranei e remoti. concretamente christopher clark, un gigante della storiografia contemporanea, ci mostra come, rispettivamente, la prussia di federico guglielmo e quella di federico ii, la germania di bismarck e quella del terzo reich optarono ciascuna per diverse concezioni del tempo e della storia con enormi conseguenze politiche e culturali. questi casi specifici ci aiutano a comprendere come il tempo non costituisce una sostanza neutra o universale nel cui vuoto si svolge qualcosa chiamato `storia`, bensi` una costruzione contingente che ha avuto forme, strutture e trame diverse. un libro che testimonia una vera e propria `svolta temporale` negli studi storici, un mutamento di sensibilita` paragonabile a quello delle svolte linguistiche e culturali degli anni ottanta e novanta del secolo scorso. una lettura per tutti coloro che vogliano conoscere e approfondire una di quelle rimodulazioni dell`attenzione mediante cui la disciplina storica periodicamente si rinnova.

conosciamo i nomi degli de`i di roma, visitiamo le rovine dei templi, ci appassioniamo sempre piu` alla mitologia pagana. eppure facciamo fatica a definire cosa fosse la religione dei romani. e vero che la parola latina religio e` solitamente tradotta in italiano con `religione`: ma si puo` davvero parlare di `religione` nell`antica roma? che origine avevano gli de`i? per quali ragioni, con quali intenti e in che modi ci si rivolgeva loro? ha senso parlare di `fede` nel contesto di una religione politeistica? ancora: che impatto ebbe la conquista romana del mediterraneo sui culti delle comunita` sconfitte? perche` roma non tento` di imporre sistematicamente i propri riti attraverso il suo enorme impero? e davvero l`avanzata del cristianesimo si deve spiegare con l`eclissi di una moribonda religione `pagana`? una esplorazione che ci condurra` da roma fino agli angoli piu` remoti dell`impero, dall`eufrate al vallo di adriano, dalle splendide citta` del nord africa ai grandi santuari della gallia transalpina, in un percorso alla scoperta di uno degli aspetti meno conosciuti del mondo romano, capace di dischiuderci un universo ignoto.

lo scritto che qui presentiamo e` un articolo apparso nel 1934 sulla rivista , uno dei piu` efficaci strumenti di diffusione delle teorie sostenute nel circolo di vienna e in generale dai filosofi neopositivisti. qui schlick difende, contro l`ala fisicalistica del neopositivismo, l`impostazione empiristica originaria del movimento. neurath replichera` e, insieme a carnap, altri parteciperanno a questa polemica, ormai conosciuta sotto la denominazione di "polemica dei protocolli", che, come lo stesso carnap riconoscera`, riguarda il problema centrale dell`epistemologia o della riflessione filosofica sulla scienza. a riprova del fatto che le critiche piu` radicali e piu` rigorose mosse alla filosofia e alla metafisica, che e` il cuore del filosofare, vanno ricercate nella filosofia stessa e nella sua storia. contribuiscono anzi essenzialmente a costituire quella tensione interna del pensiero, quella dialettica, senza di cui non esisterebbe filosofare autentico.