


l`uomo e` condannato alla solitudine? leggendo ford sembra proprio di si`, con tutte le mogli e i mariti separati che si incontrano nei suoi libri. i piu` saggi sembrano essere spesso i ragazzi, i figli di queste coppie, adolescenti malinconici che, abbandonati a se stessi, cercano di tenere in piedi la baracca e osservano i disastri degli adulti con uno sguardo freddo e crudele. gli "infiniti peccati" sono generati dalla nostra incapacita` di essere fedeli, affettuosi, sinceri, pazienti, onesti, appassionati, di essere veramente attenti e vicini alle persone che amiamo. dieci racconti e un unico tema: l`amore e i drammi, piccoli e grandi, provocati dalla nostra inettitudine ad aver cura di questo sentimento.






a inizio novecento a vienna succedeva tutto, dalla nascita della psicoanalisi alla pubblicazione dei lavori di schnitzler, alla istituzione delle wiener werkstatte che modificarono il modo di fare design, alla secessione viennese, che rivoluziono` per l`ennesima volta il modo di fare arte. a questo movimento appartenevano i due artisti che rappresentano un po` l`inizio e la fine di quel momento creativo, i due volti speculari di uno stesso modo di fare arte: klimt e schiele, rispettivamente il volto solare e decorativo del movimento e il suo lato oscuro, inquietante. in questo libro l`autrice torna su un autore, gustav klimt (vienna 1862 - neubau 1918), al quale ha dedicato molti dei suoi studi, per aggiornare alle ultime acquisizioni il racconto della sua arte. la forza espressiva e l`eleganza decorativa caratterizzano il lavoro dell`artista. un raffinato creatore di immagini femminili dalla bellezza insieme astratta e sensuale: donne che appaiono al tempo stesso distanti come idoli remoti e creature dense di un erotismo vibrante come un arabesco. ma anche l`acuto ritrattista dell`alta borghesia austriaca di fine ottocento, tutta decoro, misurata opulenza e malinconia.