Il nuovo album del cantautore texano David Ramirez è abbastanza deludente. Ramirez è un buon songwriter, come aveva dimostrato coi suoi dischi precedenti, tra cui Fables e We're Not Going Anywhere. Ma in questo nuovo lavoro, purtroppo, arrangia le canzoni con pesanti interventi di sintetizzatore, che infastidiscono, e non poco, l'ascolto. Un vero peccato.
Texano, Ramirez è un cantautore vero. Ha le radici giuste e la bravura di sapere metterle in opera. Il suo nuovo album, il precedente si chiamava Fables, è un disco notevole, Amaro, molto triste, narra storie di migrazione, di gente che sogna sempre di partire, ma che non va da nessuna parte. Si rifà, dal punto di vista delle liriche, a certa letteratura attuale (come l'eccellente libro di J.D. Vance, Elegia Americana). La sua America è in bianco e nero, non ha vie d'uscita, e le sue canzoni la rendono alla perfezione.
David Ramirez, di professione cantautore, non è al suo esordio. Texano atipico, Ramirez è un provetto storyteller, uno con le radici giuste, Dylan in testa e Gordon Lightfoot nel dna. Scrive ballate, ha una bella voce e gli arrangiamenti sono misurati, mai sopra le righe. Fables è un disco bello ed intenso, che entra nella personalità del suo autore, ma che sa anche emozionarci nel profondo. Uno di quei dischi destinati a rimanere. Edizione limitata in vinile, stampa Usa. 180 grammi