attraverso il racconto della tarantella, appassionata e antica danza di festa, corteggiamento e guarigione, gilda policastro opera un`incalzante esplorazione e riflessione sulla propria evoluzione, culturale, sentimentale, sessuale ed esistenziale. la propria e quella della danza, perche` ballo e scrittura qui si intrecciano, si seducono. partendo dalla definizione e dalla storia della taranta, l`autrice racconta se stessa in questo "diario" di scrittrice, tra euforie, mal d`amore e sapori di casa, quelli succosi e caldi del salento, ad un ritmo rapido e sudato come il morso di un ragno.
tutto inizia con un viaggio in lettonia. un aereo, un`attesa, una frase lunghissima che non si interrompe, fatta di immagini e di suoni, di luoghi e di pensieri, di sradicamenti e prese di possesso dell`alieno, questa frase che canta mentre racconta, che vede mentre chiude gli occhi, che ci porta con se e non ci lascia mai soli, mai indietro, mai distratti, che pero ci allevia dal presente e ci invita allo svago del viaggio, dell`incontro inaspettato, in una lettonia che come una sfera riflette sulla sua superficie cromata tutto l`universo.