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parmeno, il gradasso, il bevitore, il bugiardo e, incidentalmente, anche il valletto di giacomo c. vive le ore piu` belle della sua vita. concluso il suo ruolo di subalterno, scatta l`ora delle feste mondane, del piacere di mostrarsi vestito con abiti sontuosi, di possedere denaro, potere e di sentirsi chiamare ovunque: il duca di totto. ma dietro a quello che potrebbe sembrare un racconto da fiaba, si trama nell`ombra un insidiosa macchinazione dove il povero parmeno rischia in ogni istante di perdere i piaceri della vita...

"il fascino di una bella persona o di un bel posto e` diretto, immediato... tuttavia il concetto in se` di bellezza e` elusivo. e difficile dire che cos`e` la bellezza o perche` per noi e` importante. qual e` il suo mistero? qual e` il suo potere?". a partire da tali interrogativi john armstrong ci guida in un viaggio fra i maggiori artisti di ogni tempo che, con le loro opere e le loro riflessioni, hanno cercato di trovare delle risposte. sulla base di esempi concreti, quali una villa palladiana, un brano musicale, un dipinto o uno scrittoio in stile, l`autore si collega alle idee di bello disposte su un amplissimo arco cronologico che da plotino arriva a kant, winckelmann, heine, ruskin, fino a barthes. in quest`analisi lucida e, a tratti, quasi lirica john armstrong mira a farci raggiungere un atteggiamento piu` consapevole nei confronti della bellezza e della felicita`: l`essere in grado di riconoscere e comprendere il bello nella realta` in cui siamo immersi quotidianamente, sostiene l`autore, rende migliore e piu` profondo il godimento della nostra esistenza.

dopo circa vent`anni trascorsi in inghilterra, bill bryson decide di tornare negli stati uniti, suo paese d`origine. a far scattare la decisione, la notizia che quasi quattro milioni di americani credono di essere stati rapiti dagli alieni. prima di lasciare lo yorkshire, bryson si concede un ultimo viaggio attraverso l`inghilterra. un racconto caratterizzato da un inconfondibile humour, da una curiosita` mai paga e da una grande sensibilita`. il risultato e` un`inghilterra inedita, tutta da riscoprire.

"tra le parole che il fascismo aboli` e che noi vorremmo ora riporre in grande onore c`e` anche la parola forse". naturalmente, col termine "fascismo", pancrazi - critico letterario, osservatore di costume, commentatore di idee riassumeva tutti gli stili da regime, contro cui si scontrava la sua opera, di liberale, per l`affermazione della liberta`. e sono gli stili da regime come si andavano gia` ripresentando negli anni quaranta (l`intolleranza, la professione di idee che diventa propaganda, lo stato interventista in questioni culturali, l`ipocrisia moderatista, la critica letteraria retorica e fine a se stessa), l`obiettivo della paziente e acuta profondita` di questi scritti pieni di "forse".

un inconsueto e inedito legame familiare unisce un grande direttore del corriere della sera, un drammaturgo che ha scritto la tosca e una talentuosa attrice nipote di lev tolstoj. questo e` il romanzo di quelle vite, di quegli intrecci, che coprono molti decenni tra `800 e `900, in una saga storica e letteraria che racconta per la prima volta una famiglia che ha cambiato l`italia.

biografie minime, rapidi schizzi che disegnano vite di personaggi famosi e di sconosciuti, esistenze anonime ma non per questo insignificanti. un libro che ne contiene innumerevoli altri, almeno tanti quanti i 17 capitoli che lo compongono. ritratti di famiglia, biografie di alienati e alieni, vite parallele, vite maiuscole e minuscole, bestiari. e poi questi fantasmi, i libri, che cambiano i destini delle persone, ma anche persone che cambiano il destino dei libri, non solo leggendoli, ma facendoli entrare in altre opere in una infinita spirale. la letteratura piu` che la storia e` la protagonista di queste vite di carta di eugenio baroncelli.

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