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una raccolta di interviste e testimonianze inedite di (e su) francois truffaut l`indimenticabile regista di "i quattrocento colpi" e "jules e jim". l`autore e` riuscito a "rubare" aneddoti, spunti polemici, osservazioni e valutazioni sorprendenti tra i piu` stretti collaboratori del cineasta, senza dimenticare il ricordo degli amici, le figlie e la moglie che ci fanno scoprire un truffaut inedito: acerrimo individualista ma squisitamente umano, profondamente sensibile, affascinato dai libri e dalla trasmissione della conoscenza piu` ancora che dalla "magia" delle donne. completano il volume un saggio introduttivo di paola malanga e un`accurata filmografia commentata.

nel 1969, dopo vent`anni di esilio (e trentacinque dalla pubblicazione delle "confessioni di un borghese", il primo suo volume di memorie), marai decide di sfogliare "quell`album di immagini morte" che si porta dentro e di raccontare gli anni atroci del dopoguerra. in un montaggio implacabile e sontuoso fa sfilare quelle immagini davanti agli occhi: dall`apparizione dei russi sulla sponda del danubio alle rovine di budapest, ridotta a un cumulo di macerie. e poi il ritorno a una faticosa normalita`, il desiderio di scrivere nella lingua materna...

dell`antica civilta` indiana non ci restano ne` piramidi, ne` templi, ne` palazzi: ci resta pero` un monumento ben piu` prezioso, fatto di parole. questo monumento e` il "rgveda" (veda=sapienza, rg=strofa), espressione poetica di veggenti di quasi quattromila anni fa, il piu` antico testo sacro di tutto il mondo indoeuropeo. si tratta di una raccolta di 1028 inni, suddivisa in dieci libri, dedicati alle varie divinita` del pantheon indiano, che contiene invocazioni di aiuto e richieste di protezione, ma anche testi magici, filosofici, in cui gli autori si interrogano sull`origine dell`universo e dell`uomo, i primi embrioni di epica e di teatro.

la conversione di costantino al cristianesimo e` uno degli avvenimenti decisivi della storia mondiale. nel 309 e nel 311 due feroci persecuzioni avevano provocato migliaia di vittime tra i seguaci del nuovo culto e solo una piccola percentuale degli abitanti dell`immenso impero era di religione cristiana. ottant`anni dopo il paganesimo sarebbe stato vietato, scomparendo per sempre dalla storia. paul veyne individua le ragioni di quella svolta epocale: le cause storiche, che affondano le radici nella situazione politica dell`impero romano; ma anche le motivazioni personali, radicate nella psicologia di un sovrano che si riteneva il salvatore dell`umanita` e che fu dunque in grado di compiere un gesto di straordinaria audacia. questo studio ricostruisce la cornice di quella rivoluzione politica, culturale e religiosa, e ne analizza le conseguenze. la cristianizzazione dell`impero segui` un cammino tortuoso, che porto` alla sintesi tra due sistemi di valori, cambiando profondamente sia la romanita` sia la chiesa, che converti` milioni di persone senza fare martiri. ma quel processo lascio` anche cicatrici profonde: l`antisemitismo cristiano inizio` proprio allora a sedimentare i suoi veleni. senza dimenticare che quegli eventi cosi` lontani nel tempo riverberano ancora nel dibattito politico, come conferma la discussione sulle radici cristiane dell`europa. una visione documentata e a tratti provocatoria di sul rapporto tra ideologia e religione, monoteismo e psicologia, tra storia e politica.

c`erano i pescatori, i contadini, i pastori. poi arrivo` l`industria. sradico` masserie e migliaia di ulivi sostituendoli con duecento ciminiere e con l`acciaieria piu` grande d`europa. negli anni sessanta una citta` povera del sud italiano divenne la piu` ricca di tutte grazie alla fabbrica dello stato: l`italsider. richiamo` americani e giapponesi, accolse trentamila lavoratori. fu una rivoluzione. cinquantadue anni dopo, emilio riva, l`imprenditore cui lo stato ha consegnato la fabbrica nel 1995, e` accusato dalla magistratura di disastro ambientale. lo stabilimento in cui si produce un terzo dell`acciaio italiano e` finito sotto sequestro e l`ilva - la vecchia italsider - non e` piu` un sogno: uccide. taranto e` ripiombata nella disperazione, come se una macchina del tempo l`avesse riportata indietro di mezzo secolo. ecco la storia di uno scandalo, di un fallimento, di una generazione illusa dall`eta` dell`acciaio. e di un sud occupato e sfruttato in cui centinaia di migliaia di persone hanno osservato senza muovere un dito uno stravolgimento gigantesco. eppure era tutto bellissimo. "sembra di stare ai tropici" sussurro` walter tobagi quando, per un istante, volse la schiena alle ciminiere e guardo` il mare.

Decca 2010. Pietro De Maria al pianoforte suona: Scherzi 1-4, Controdanza in sol bem. magg., Marcia funebre op. 72, 3 scozzesi op. 72 e molto altro.

Recorded at the Paris Theatre, London, UK, 27/7/1972.

Made in England

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