

isadora e` una bambina, con la grazia di una farfalla e la forza di un uragano. in fuga dalla scuola, a piedi nudi sulla sabbia, inventa la sua danza. e un attimo, ed e` una rivoluzione. isadora danza per se`, per la sua famiglia, per tutti. danza nei giorni cupi e in quelli lieti, nei teatri e nelle strade. danza, perche` la danza e` liberta`, e` arte, e` vita. e nessuno la puo` fermare.



un fasullo trattato accademico; un testo che, sotto la finzione di una plumbea serieta`, trova la sua cifra stilistica nello humour grottesco e nell`ironia salace; una "storia naturale" di un mondo inesistente e mitologico che riesce a descrivere e raccontare tante, tantissime cose del nostro e realissimo mondo. si parte con i giganti, quelli dei poemi cavallereschi. se ne tenta una descrizione: usi, costumi, linguaggio, alimentazione ecc. soprattutto si prova a comprendere la loro attivita` sessuale cosi` atipica e discutibile. ma in breve e` colui che ne descrive i comportamenti a diventare protagonista della storia: e` lui infatti che ha maturato una passione per una giovanissima signorina (con fidanzato) e una gelosia congestionata per i liberi amori e amorucoli che lei gli racconta, e su cui lo studioso rimugina, dando ai rimuginamenti sempre piu` spazio. e cosi`, crescendo la smania, cresce via via nello studioso la voglia di essere un extraterrestre, fino a trovarsi coinvolto in una gran truffa che promette davvero lo sbarco degli extraterrestri come obiettivo politico, onde punire il genere umano; e in particolare punire quei soggetti del genere umano che hanno o hanno avuto commerci, contatti venerei o sguardi concupiscenti con la signorina suddetta.



non e` pensabile che il centro-sinistra vada avanti a oltranza in condizioni cosi` balorde. l`italia che non si riconosce nella destra merita qualcosa di meglio. esser stati sinistrati per una dozzina di anni, quelli del berlusconismo onnivoro raccontati in questo libro, non deve ne puo` tradursi nel fare i sinistrati a vita. se il centro-sinistra non adotta l`unica possibile contromisura cioe` la costruzione di un`efficace guida riformista, puo` anche vincere la partita delle elezioni, ma quella del buon governo e` perduta in partenza.


una riflessione sui rapporti tra politica e morale, sorretta dal rimando a filosofi e pensatori, con lo sguardo rivolto all`indietro, alla storia dell`italia repubblicana, ma anche in avanti, al futuro che sapremo costruirci. nell`italia democratica che nasceva dalle macerie della guerra la moralita` della politica risiedeva nella solidarieta`. la classe dirigente, la classe politica, aveva come obiettivo il potere non la ricchezza ed era un potere povero (come dimenticare il cappotto rivoltato con cui de gasperi si reco` negli stati uniti?). poi il miracolo economico, il protagonismo dei giovani, delle donne, i cupi anni settanta e i rampanti anni ottanta, la nascita della questione morale. fino a oggi. "quello che manca alla politica e` un verso; il senso della sua missione, il traguardo alto e lontano a cui cercare di tendere. e quando manca un traguardo, tutto si riduce allo scambio". l`essere "sfibrati" moralmente alla fine, pero`, consente straordinari recuperi. come quando l`italia del pallone, travolta dal colossale scandalo di calciopoli, fini` col vincere i mondiali in germania. perche` non provare ad assecondare il futuro di un`italia nuova, capace di una misurata, gentile e riflessiva virtu`?


il romanzo racconta un lungo processo per una causa di divorzio: gli interrogatori dei testimoni, i litigi fra gli avvocati, gli interventi di un giudice ironico e intelligente. e` lui che alla fine risolve il caso, smascherando la testimone principale della difesa, la bellissima e affascinante anna di cui si e` innamorato anche l`avvocato dell`accusa. finale a sorpresa che non manchera` di stupire.




era un omone di quasi due metri, e aveva un curriculum di studi non propriamente impeccabile: aveva fatto il barbiere, il fenomeno da baraccone e l`attore. ma il padovano giovanni battista belzoni (1778-1823) e` diventato una figura leggendaria, l`avventuroso pioniere che all`inizio dell`ottocento ha dato il primo grande impulso alla scoperta dell`antico egitto e dei suoi monumenti. il "grande belzoni" ha legato il suo nome al dissabbiamento del tempio di abu simbel, alla soluzione dell`enigma della piramide di chefrem, in cui fu il primo ad entrare, e a una quantita` di scoperte ed esplorazioni che lo rendono ai nostri occhi una specie di indiana jones dell`egittologia. sulla base di ricerche approfondite e originali, anche su documenti sinora sconosciuti, zatterin ha ricostruito con precisione e passione la vita e le avventure del grande belzoni in una biografia.

la storia di sansone, narrata nei capitoli 13, 14, 15, 16 del settimo libro dell`antico testamento, giudici, nella traduzione dall`antico ebraico di erri de luca. il testo restituisce al lettore la figura dell`eroe suicida che si fa crollare addosso il palazzo gremito di nemici filistei.

la "storia del teatro moderno e contemporaneo" e` articolata in tre volumi, ai quali si aggiunge un volume finale che raccoglie le trame dei mille testi teatrali fondamentali dal cinquecento a oggi. il primo volume e` dedicato alla nascita del teatro moderno, di cui si analizzano i molteplici aspetti della "rottura" rispetto alla tradizione medievale, dove l`esperienza teatrale era ampiamente diffusa ma non veniva riconosciuta come tale a causa del rifiuto ideologico di cui era fatta oggetto da parte della dominante cultura cristiana. con il passaggio all`eta` moderna si sviluppa in europa, sotto la spinta della cultura umanista, un grandioso movimento di reinvenzione del concetto e della pratica teatrale che gettera` le basi per una nuova cultura.

intorno alla morte di demetrio gandolfi, sessantenne, librario, si sviluppa un breve giallo in cui si mescolano, come in un pasticcio gastronomico, balorde vivande: interviste televisive, errori commessi dai cronisti, coincidenze sciagurate. ma si tace subito, su tutto. perche` e` molto piu` interessante seguire gli ultimi giorni di vita del solitario e abitudinario personaggio, perche` certe possibili spiegazioni del delitto sono li`, malamente nascoste tra indizi sicuri e tracce disseminate volutamente a caso.

il protagonista di questo romanzo anticonformista e libertario, sorcier (stregone), e` metafora dello scrittore borghese occidentale, grande mistificatore, spacciatore di illusioni, creatore di libri-merce. ma sorcier e` anche un uomo che, con la maturita`, ha conquistato una saggezza e una liberta` tali da poter osservare e rappresentare il mondo con una verita` sconcertante, fino al punto da scandalizzare, da diventare "indecente". nella villa mediterranea, dove sorcier costruisce il suo plastico-romanzo, mentre l`apprendista stregone cerca di rubargli, con i segreti della scrittura, anche la bellissima figlia e il potere, si decantano le ideologie e i miti del nostro tempo, da quello dei falsi rivoluzionari a quello degli imbonitori della classe operaia, da quello dei patriarchi a quello delle matriarche. come scrive nell`introduzione il critico giorgio ba`rberi squarotti "l`opera di striano rappresenta un`esperienza letteraria e ideologica e stilistica davvero unica: come ogni operazione che e`, insieme, della letteratura e delle idee, la sua magia stregonesca lascia alla fine l`impressione di essere andati, per merito di essa, un poco piu` in la` nella conoscenza del mondo e di noi stessi".











aprire questo libro, come si farebbe con un cancello. e, passo dopo passo, incontrare delle statue diventate creature. nel silenzio che scaturisce dal mistero, all`ombra di lapidi, di alberi e di foglie, si ascoltano le voci di cose mai dette, segreti che tutti noi portiamo dentro come fossero cose sepolte. sfogliare "aeterna" e` come scendere verso il cielo, quando il cielo diventa profondo. un libro che ci racconta la storia della vita attraverso la bocca e gli occhi di corpi divenuti celesti. poesia e passione dove ognuno di noi, pagina dopo pagina, ha voglia di precipitare.




quando lexi si sveglia in un letto di ospedale, non ricorda proprio cosa le sia successo. e convinta di avere 25 anni, di essere povera in canna, con una vita sentimentale disastrosa, i denti storti e le unghie mangiate... e invece eccola fresca di parrucchiere, con una bocca perfetta, mani curatissime, un lavoro da super manager e... un sacco di soldi! si`, perche` oltretutto e` sposata a un bellissimo miliardario. ma come e` possibile? il fatto e` che lei in realta` ora ha 28 anni, ma non ricorda nulla del suo passato recente, marito compreso, e non riesce proprio a riconoscersi. ma almeno ha la vita perfetta, e questo sembra un buon inizio... o no?

"il romanzo (pubblicato la prima volta da rizzoli, nel 1999) e` una combinazione di mosse ingegnose: una macchina scenografica a scacchiera. i suoi spazi mobili sono resi illusori dal tatticismo dei giocatori. tutto succede, in questo di manovre ingannatrici, senza che nulla appaia accadervi. il macchinismo e` in obbligo ora con la falsita`, ora con gli sghembi della ragione. il traffico delle apparenze e` gestito, in tutti i casi, dalla contraffazione: canagliesca da una parte; dettata dalla disperata lucidita` della ragione dall`altra. la partita e` truccata. la verita` e` uno , uno scacco matto che scombina. sfugge sempre dietro l`angolo pero`. ed e` della stessa materia di cui sono fatti i sogni. `la mossa del cavallo` e` un giallo in forma di `farsa tragica` (irresistibile con i suoi crescendi rossiniani); e in posa di romanzo storico accreditato dal saggio politica e mafia in sicilia (1876) di leopoldo franchetti. la vicenda si svolge, tra montelusa e viga`ta, nell`autunno del 1877: ai tempi della sinistra storica al governo, e dei malumori contro il mantenimento dell`odiosa tassa sul macinato. un intero libro delle mirabili difformita`, prossimo al bestiario, si e` riversato in quel circo che e` la provincia nella quale e` stato precipitato, come dentro una ragnatela, l`ispettore capo ai mulini giovanni bovara: un ragioniere a cavallo, succeduto nell`impiego ai colleghi tuttobene (dato in pasto ai pesci) e a bendico` (abbandonato ai cani, come suggeriva il nome di familiarita` gattopardesca). c`e` una gazza ladra, vedova allegra con tanto di tariffario; e c`e` un sorcio cieco (l`intendente di finanza), che tutti chiamano scarafaggio perche` uso ad appallottolare e le mazzette riscosse. segue un prete sciupafemmine e strozzino, che il cugino vede come un con i manici ad ansa, riplasmato sul modello della donna pentolaccia di manzoniana memoria. non mancano gli velenosi (l`avvocato fasu`lo e la












c`e` un passo famoso nella "recherche" di proust, dove il vecchio scrittore bergotte visita una mostra d`arte olandese e mentre contempla un piccolo particolare della "veduta di delft" di vermeer e` colto da malore e muore. quella scena, quel quadro, quel particolare hanno attirato l`attenzione di schiere di critici, perche` nei pensieri di bergotte morente trova espressione l`idea proustiana dell`arte. ma nel quadro, qual e` davvero il "petit pan de mur jaune", il pezzetto di muro di cui proust parla? cercando un dettaglio in un quadro, si sviluppa una ironica riflessione di un "filologo impreciso" sul senso della critica.

