
eretici, giullari, provocatori e trasgressori, ma anche sante e angeli: sono i personaggi che popolano i racconti di dario fo, voci fuori del coro che compongono le vicende di una storia "alternativa". eretica sara` dichiarata mainfreda, della famiglia dei visconti di milano, colei che nel tredicesimo secolo raccolse l`eredita` di una donna e di un angelo gigantesco, capaci da soli di difendere l`abbazia di chiaravalle dal saccheggio furioso dei mercenari lanzichenecchi. non eretica, ma pur sempre trasgressiva nel nome dell`amore, e` eloisa, quando ormai invecchiata racconta il suo incontro con il famoso abelardo, la loro folle e irresponsabile passione, la terribile punizione che a lui tocchera` in sorte. trasgressori e provocatori furono senz`altro gli autori comici dell`antica grecia, da aristofane a luciano di samotracia. ed e` dunque sui loro testi, non su quelli della storia ufficiale che fo cerca la verita` della civilta` classica a cui altrimenti non si potrebbe accedere: parole di un teatro lontano, ma che parla di tirannia e di falsa democrazia, della loro mistificazione.

quando, agli inizi degli anni ottanta in italia si comincia a parlare di postmoderno, il termine rivela subito un`incredibile capacita` di espansione: attraversa tutti i campi del sapere, delle tecniche e delle arti, dall`architettura alla sociologia, dalla critica letteraria alla filosofia, dalla narrativa alla pittura; se ne appropriano corsi universitari e giornali, orientando il costume e i modi di abitare. il postmoderno appare liberatorio, giocoso, amante della combinatoria di stili, epoche, metodi e storie e del virtualismo e, in un certo senso piu` democratico.


aprile 1969. a magina, sonnacchiosa cittadina andalusa, un ragazzino attende con il fiato sospeso l`invio del primo uomo sulla luna. un filo sottile e tenace lega quel bambino all`equipaggio dell`apollo 11, nella lontanissima america: lo sguardo rivolto al medesimo corpo celeste e al misterioso futuro che si cela dietro il suo volto. dal suo minuscolo lembo di europa, stretto da una fosca dittatura che sembra trattenere e smorzare ogni libera espansione della mente e dell`animo, il nostro giovanissimo protagonista tenta con tutte le forze della sua verde immaginazione di sentirsi parte di un evento che si propone inequivocabilmente come simbolo supremo della potenza e della creativita` del pensiero umano. alle note intense e liriche di un romanzo profondamente autobiografico, munoz molina unisce cosi` gli accenti di una dolente riflessione sull`angustia della spagna franchista degli anni sessanta. liberta` e oppressione, europa e america, passato e futuro dell`umanita` si intrecciano magicamente alle trasformazioni profonde di un corpo e di un`anima adolescenti, regalandoci una vicenda di formazione delicata e profonda.



in che modo e secondo quali percorsi e` possibile porre nuovamente l?inesauribile questione del rapporto tra ragione e fede? oggi meno che mai esse si contrappongono, nonostante una larga parte del dibattito pubblico non cessi di affermarne la rivalita`.si puo` forse perdere la fede, ma non certo perche` la ragione riesca a mostrarne l?illusorieta`. d?altra parte puo` accadere che la ragione si scopra incapace di comprendere una parte ? e una parte essenziale ? delle esperienze che facciamo nel corso della vita, e questo porta frettolosamente a concludere che la ragione non puo` abbracciare tutto e che bisogna percio` abbandonare all?incomprensibilita` spazi immensi della nostra esistenza. sorge cosi` il regno della credenza e dell?opinione, che molto presto saranno espulse dal campo del pensabile. da questo sonno della ragione nascono gli incubi dell?ideologia e dell?idolatria.la separazione tra fede e ragione, che tanti sembrano ritenere ovvia e del tutto naturale, si origina innanzitutto proprio da una mancanza di razionalita`, dalla resa a tavolino della ragione dinanzi al supposto impensabile. se non si perde la fede per eccesso di pratica della razionalita`, puo` accadere al contrario che si perda in razionalita` allorche` si esclude troppo in fretta la fede e l?ambito che essa dice di aprire, cioe` quello della rivelazione.come gia` sant?agostino scriveva,

queste "opere in raccolta" segnano un punto di svolta nelle nostre conoscenze dell`autore. questa nuova edizione non solo integra significativamente, attingendo a una vastissima e pressoche` ignota produzione dispersa, il cosiddetto "canone ambroise" (cioe` il gruppo di opere che sciascia stesso volle includere nei due volumi apparsi fra il 1987 e il 1991 a cura di claude ambroise), ma soprattutto mira a ricostruire, sulla base di un rigoroso studio di manoscritti e dattiloscritti, la genesi e la storia dei testi. i due volumi saranno organizzati per tipologie testuali: narrativa, testi teatrali, poesie e traduzioni poetiche (vol. i); racconti-inchiesta, "inquisizioni", cronachette e memorie (vol. ii, tomo i); saggi letterari, storici, d`arte e civili (vol. ii, tomo ii). li correderanno rigorose note ai testi, una bibliografia esaustiva degli scritti di sciascia e un indice dei nomi (autori e opere citati, personaggi letterari).


