in questo volume sono raccolti i libri delle storie naturali che trattano della zoologia, e delle conoscenze degli antichi sugli animali. cosi` in queste parti del celebre testo enciclopedico, l`opera piu` vasta a noi pervenuta di tutta la letteratura latina, vengono descritti aspetti, comportamenti, aneddoti curiosi di infinite varieta` di animali. plinio, animato da una vivacissima curiositas che lo porta a indagare anche i fenomeni piu` strani e sconosciuti, si lascia guidare nella ricerca scientifica dal pensiero stoico, che vede la natura come derivazione diretta e inalienabile dell`uomo. da qui nascono la sua accettazione degli animali come fonte di divertimento nelle gare al colosseo, e come materiale per i sacrifici, ma anche alcuni passi interessanti, come quello sul progresso, considerato come elemento negativo perche` allontana l`uomo dalla natura, o sulla tecnologia, destinata inevitabilmente a spezzare l`equilibrio naturale e a generare il "mostruoso". la traduzione del testo e` preceduta dall`introduzione di francesco maspero, che ha curato anche le note e gli apparati.
secondo la definizione di salvatore battaglia nel "grande dizionario della lingua italiana", l`istantanea e` eseguita con un tempo di esposizione molto breve senza l`impiego di un sostegno. claudio magris compone un florilegio di istantanee, raccolte in ordine cronologico, dal 1999 al 2016. in esse magris ritaglia piccoli e grandi aspetti della vita quotidiana, della vita politica, della nostra intimita`. stigmatizza false credenze, modi di dire, comportamenti che nascondono abissi di incomprensione e superficialita`; sottolinea piccoli gesti, nascosti, che rivelano l`ampiezza dell`animo umano. pesca dalla storia e dalla letteratura situazioni sorprendenti, capaci di illuminare il presente confuso in cui viviamo. ne emerge una piccola commedia umana, un affresco unitario delle nostre vite nevrotiche, il cui telaio e` lo spirito caustico, ironico, sempre pieno di pietas dell`autore, autentico moralista (nel senso alto del termine) dei nostri tempi. che non ci dice mai come dobbiamo essere o vivere, ma ci invita a guardarci con rigore e tenerezza. e alla fine di questo viaggio ci saluta con un invito: "solo quando puoi nuovamente ridere, dice una scritta letta piu` di trent`anni fa sulla porta del duomo di linz, hai veramente perdonato".
"ho cercato la mia strada molto a lungo. in etnologia sono un completo autodidatta. una prima rivelazione l`ho avuta per ragioni inconfessabili: smania d`evasione, desiderio di viaggiare." queste parole di claude le`vi-strauss riassumono il senso di "tristi tropici", resoconto delle spedizioni compiute dall`autore nel mato grosso e nella foresta amazzonica. quando le`vi-strauss, nel 1934, arrivo` a sa`o paulo per ricoprire la cattedra di sociologia all`universita`, il suo interesse per l`antropologia era ancora una passione non concretizzata. una volta giunto in brasile, la curiosita` per le culture indigene e il desiderio di visitare un paese in gran parte inesplorato lo spinsero a organizzare una serie di ricerche "sul campo". entro` cosi` in contatto con le tribu` autoctone, pote` conoscerne direttamente le usanze e la vita quotidiana. di ritorno da quel lungo viaggio, le`vi-strauss lascio` calare il silenzio su quell`esperienza: non una parola che ricordasse le difficolta`, i rischi che gli incontri con civilta` indigene gli avevano procurato. quindici anni piu` tardi, decise di raccontare cio` che aveva visto e vissuto. e nel 1955 usci` questo saggio, che cambio` per sempre i destini dell`antropologia ma che e` soprattutto un racconto vivo dove si intrecciano descrizioni degli uomini e della natura, aneddoti, considerazioni filosofiche e narrazione dell`avventura quotidiana del ricercatore.